Teramo. “Cosa ci può essere peggio del 2011? Il 2012!”. Ne è convinto il segretario provinciale della Cgil Teramo, Giampaolo Di Odoardo, secondo cui i dati relativi agli ammortizzatori sociali tra gennaio e dicembre 2011, rapportati allo stesso periodo del 2010, confermano, pur con lieve diminuzione, il “massacro sociale che continua ad imperversare in quasi tutti i settori produttivi della Provincia”.
Uno scenario che vede le ore di cassa integrazione ammontare a 9.291.261 ore, il che vuol dire, in tre anni, oltre 30 milioni di ore. Migliaia di lavoratori a 750 euro mensili e centinaia di aziende chiuse, altre in grandissima sofferenza, famiglie al di sotto della soglia di povertà, operai e ceto medio ormai accomunati da una stessa sorte.
“I nostri tavoli sindacali” aggiunge Di Odoardo “sono pieni di lettere di aperture di nuove procedure di riduzioni di personale o di nuovi licenziamenti. Per i disoccupati e gli inoccupati, che già erano tali all’inizio della crisi, nessuna prospettiva. Cresce soltanto il precariato selvaggio ed il numero degli infortuni. La disoccupazione o la non inoccupazione giovanile tocca punte di oltre il 30 per cento. Nessun intervento per lo sviluppo e nessuna misura di contrasto: solo nuove tasse e nuovi aumenti a cui non si sa come far fronte”.
Per il sindacalista teramano, “si può continuare a dire che la crisi è nazionale, europea, mondiale, si può aggiungere che è interplanetaria, se si vuole, se questo può essere un elemento giustificatorio e consolante per le Istituzioni. Lo si può fare, se serve a nascondere che, intanto, quel che si potrebbe fare localmente e regionalmente non lo si fa, tranne l’eccezione di un assessorato regionale, quello delle attività passive. Dov’è l’incontro con il Governo per il protocollo d’intesa Vibrata – Tronto, Ascoli – Teramo, Abruzzo – Marche? Dov’è la convocazione dell’osservatorio provinciale per l’economia? O la Provincia vuole continuare a dimostrare di essere un Ente inutile come tanti dicono? In oltre due anni una sola riunione! I dov’è potrebbero continuare in un elenco lunghissimo. Sono cose, misure e atti che si potrebbero mettere in campo, anzi che si sarebbero dovute mettere in campo da tempo. Con facilità. Noi difendiamo il ruolo delle Istituzioni e della politica come fondamento della democrazia. E’, però, cosa altrettanto vera e certa che le stesse fanno di tutto per rendere ormai quasi impossibile il continuare a farlo. Le proposte, i progetti, le idee ci sono tutte. Se non piacciono le si cambino, le si integrino, le si sostituiscono. Quello che Governo, Regione, Provincia e Comuni non possono continuare più a proporre è il nulla, mentre la tempesta continua e tutto travolge e distrugge”.