Nella conferenza stampa odierna i consiglieri hanno ricordato che nel mese di settembre scorso, in riferimento ai presunti accordi di transazione tra Cirsu e AIA per una possibile acquisizione delle quote detenute dal privato in Sogesa, avevano invitato i rispettivi consigli a diffidare i propri sindaci, il presidente di Cirsu Andrea Ziruolo e lo stesso Cda del Consorzio a che non impegnassero la docietà, e con essa i Comuni, al pagamento ad AIA e a Deco di qualsiasi importo non supportato dal relativo titolo giuridico e dalle necessarie perizie giurate, e ad assumere impegni di tipo economico-finanziario, senza aver ricevuto la preventiva approvazione da parte dell’Assemblea dei Soci, specificatamente autorizzata dai competenti consigli comunali. I consigli, in modo unanime, a quel punto diedero mandato ai propri sindaci di promuovere, in seno all’assemblea dei soci Cirsu e, successivamente, da questa all’assemblea dei soci Sogesa, l’azione di responsabilità contro tutti gli amministratori di Sogesa, per atti e fatti che abbiano prodotto qualsivoglia danno a Cirsu, per l’effetto, ai Comuni soci. I consiglieri hanno ricordato anche che lo scorso 12 ottobre 2011 Ziruolo Andrea, in qualità di Presidente del Consiglio di amministrazione e legale rappresentante della Cirsu, ha acquistato 245 azioni di Sogesa dalla Società Abruzzi Igiene Ambientale spa, per il complessivo prezzo di 2 milioni di mezzo. Prezzo che sarebbe stato determinato dal fatto che la cessione stessa ha carattere transattivo, allo scopo di porre fine a tutte le controversie in corso tra loro. L’atto di cessione delle quote prevedeva, oltre alla costituzione di una polizza fideiussoria a garanzia del debito (che dovrà essere pagato per 250 mila 250 mila euro al 21 dicembre 2011, per 1 milione di euro al 30 aprile 2013 e per 1.250.000 euro al 31 dicembre 2013), la costituzione in pegno delle stesse azioni acquistate, mentre nulla sarebbe stato detto del debito di Sogesa (circa 10 milioni di Euro) che, con l’acquisto totalitario delle azioni, Cirus si accollerebbe completamente. Secondo i consiglieri comunali moscianesi e bellantesi un passo fatto senza che l’assemblea dei soci e i rispettivi sei consigli comunale si fossero espressi in merito.
“Il 15 novembre, per l’assemblea dei Soci Cirsu “l’azione di responsabilità verso gli amministratori Sogesa sarà avviata successivamente in base agli sviluppi delle attività in corso”, disattendendo così il mandato dei due consigli comunali di Mosciano e Bellante e dando seguito, invece, a quanto prospettato dal Presidente Ziruolo per il quale l’azione di responsabilità in questo frangente non è opportuno attivarla per non pregiudicare gli atti assunti. Successivamente, chi ci sarà, potrà portare avanti tale azione. In merito, invece, al debito di Sogesa verso Deco, di circa 2.305.000 di euro, l’assemblea dei soci ha deliberato che Cirsu non dovrà accollarsi il debito”. Inoltre dagli atti emergerebbe che il sindaco di Bellante, Mario Di Pietro, non avallerebbe l’atto di transazione, in quanto non corrispondente al mandato ricevuto dal proprio consiglio comunale, mentre gli altri soci sindaci ne prenderebbero solo atto, senza approvarlo. Mentre il Presidente del Collegio Sindacale, Tiberio Aloisi, ha abbandonato la seduta prima che i sindaci si esprimano sull’atto transattivo, ribadendo il proprio parere negativo.
“A questo punto con una discarica da costruire, la continua minaccia di Commissariamento da parte della Regione Abruzzo, la mancata attivazione di azioni di riciclo, il continuo aumento per i cittadini della relativa tassa, un Polo Tecnologico dismesso, lavoratori costretti ad azioni di protesta per i continui ritardi nel pagamento degli stipendi ed altri in Cassa Integrazione; ci sembra – spiegano i consiglieri – doveroso chiedere l’intervento della Procura della Corte dei Conti, della Procura della Repubblica e del Prefetto di Teramo, affinché si faccia chiarezza su questa ormai tristemente famosa vicenda, che vede purtroppo coinvolti sei comuni, migliaia di cittadini, centinaia di lavoratori, tonnellate di rifiuti ed una voragine in cui sono precipitati debiti per milioni e milioni di euro. Vorremmo, infine, ricordare all’assessore Di Dalmazio e al responsabile Gerardini che, in passato, Cirsu aveva realizzato un studio di fattibilità per una discarica in località Montarone di Notaresco (molto vicina a quella autorizzata) che, a differenza della prima, non comporta costi onerosi di realizzazione perché sul posto vi è uno scavo già realizzato per lo sfruttamento del terreno come cava. Da più parti viene citata questa discarica come un invaso naturale grande il doppio di quello che si deve realizzare ma, al contempo, mai presa in considerazione seriamente dalle competenti Istituzioni. Il consiglio comunale di Mosciano, su proposta del gruppo di minoranza Nuovi Orizzonti, aveva già dato mandato al sindaco per le verifiche necessarie a riguardo, di cui, però, non si è avuta alcuna notizia”.