Giulianova. “Scandalizzati per la conferenza stampa PdL-Progresso Giuliese? E perché mai? Solo che adesso è il caso di togliere definitivamente la maschera e dire a tutti che bel matrimonio si è consumato tra chi si è addormentato come avversario per poi svegliarsi come coniuge”. Queste le parole del sindaco Francesco Mastromauro in riferimento alle accuse lanciate all’amministrazione su costi e gestione dello spiaggiato in un conferenza stampa indetta congiuntamente da PdL e Progresso Giuliese.
“La prossima volta – continua il sindaco – si organizzi la conferenza stampa come Progresso della Libertà, perché così dovrebbe correttamente chiamarsi questa unione accomunata dall’obiettivo, molto elettoralistico e poco programmatico, di screditare la Giunta sperando di racimolare voti alle prossime elezioni. Mi viene da pensare che i mal di pancia, fisiologici quando magari si ha lo stomaco vuoto, possono persino diventare gastrite quando non si ottiene nulla. In ogni caso questi consorzi temporanei delle forze d’opposizione, con raccolte di firme e quant’altro, sarebbero ben più utili alla città se indirizzati a fronteggiare problemi davvero seri ma del tutto trascurati, come quello dell’ospedale”.
Anche il vicesindaco con delega all’Ambiente, Gabriele Filipponi, interviene per fare chiarezza in merito ai costi, definiti esorbitanti da PdL e Progresso Giuliese, ed alle fasi gestionali riguardanti lo spiaggiato disposte dal dirigente della 3^ Area a seguito di ordinanza sindacale per emergenza ambientale dopo l’alluvione.
“Due – dice il vicesindaco – sono state le operazioni necessarie messe in atto in previsione della stagione balneare per liberare la nostra spiaggia da detriti e rifiuti portati sulla riva dal Tordino, dal Salinello e dalle mareggiate. La prima e più urgente operazione, quella di accantonamento, posta in essere nel periodo immediatamente successivo all’alluvione di marzo, è costata circa 100.000 euro con affidamento di somma urgente. A questa è seguita la seconda operazione di selezione, raccolta, trasporto e conferimento negli impianti autorizzati dello spiaggiato con costi ovviamente proporzionati al quantitativo del materiale. E si è trattato – aggiunge Filipponi – di quantitativo ragguardevole, di gran lunga superiore a quello degli altri comuni litoranei, alcuni dei quali hanno avuto quantità di materiale spiaggiato veramente di minima entità rispetto a Giulianova, che ha un litorale esteso circa 5 chilometri, quasi il doppio rispetto ad Alba Adriatica e ad altri comuni nei quali gli effetti dell’alluvione sono stati contenuti dalle barriere fisse frangiflutti. I materiali legnosi spiaggiati sono a tutti gli effetti un rifiuto da portare a riciclo, e come rifiuto va quindi trattato. Secondo i dati fornitimi dagli uffici tecnici del Comune”, prosegue Filipponi, “i costi ammontano a 85 euro più IVA a tonnellata per il materiale legnoso, e a 177 euro a tonnellata, sempre più IVA, e a 155 euro a tonnellata più IVA per il materiale indifferenziato. Perché due costi diversi per il materiale indifferenziato? Perché – specifica il vicesindaco – i 177 euro si riferiscono ad una prima fase, quando il rifiuto conteneva parecchie impurità. I 155 euro invece sono riferiti ai materiali indifferenziati derivati dalla vagliatura della sabbia, quindi alla fase finale. Tali costi per ogni materiale comprendono raccolta, trasporto e conferimento in impianto di recupero, tutto secondo il Dlgs 152/2006, e con consistente risparmio rispetto al conferimento in discarica. E in proposito vorrei ricordare che per i rifiuti destinati al recupero vi è la loro libera circolazione sul territorio nazionale senza necessità di accordi regionali, come previsto e stabilito nell’art. 181 del Dlgs 152/2006. Ed è anche da rammentare che la somma di 1 milione e 90 mila euro comprende anche altre spese sostenute per gli allegamenti che hanno interessato zone residenziali di Giulianova, come, per fare un esempio, la parte nord del Lido, via Filetto, viale Orsini, zona industriale, tutti interventi effettuati per scongiurare l’emergenza igienico-sanitaria. Spero e mi auguro – conclude Filipponi – che le altre località evocate dal consigliere Antelli e compagni, pardon amici, abbiano avuto la nostra stessa accuratezza e sensibilità ambientale, rispettando quindi, il più possibile, la circolare regionale 1/2011, lasciando in loco la maggior parte di sabbia da riutilizzare nel nostro arenile, naturalmente dopo la sua vagliatura, e ciò per migliaia di metri cubi, destinando invece gli altri rifiuti al recupero”.