Atri. “Giù le mani dal San Liberatore”. Si fa sempre più forte il grido di protesta dei gruppi di opposizione atriana che, questa volta, hanno deciso di “spogliarsi” di qualunque identità politica e chiamare a raccolta nuovamente la cittadinanza.
Lo faranno con una mobilitazione generale, in programma sabato 8 ottobre. Il corteo partirà alle 9.30 da piazza Duchi D’Acquaviva, sede del palazzo comunale, e raggiungerà il piazzale Alessandrini attraverso corso Adriano, piazza Duomo, via De Litio, la circonvallazione, viale Risorgimento e viale Mattucci, dove sono previsti gli interventi conclusivi.
La nuova protesta è stata messa a punto nei giorni scorsi, quando i rappresentanti comunali di Pd, Udc, Idv e La Destra hanno incontrato le associazioni della città ducale coinvolte nella “lotta” in difesa del San Liberatore. Ma, come già detto, si tratta di una protesta che non vuole avere alcuna identificazione politica.
“Tutti, indistintamente, devono essere protagonisti di quella che è una battaglia civica” spiega il segretario del Pd, Herbert Tuttolani. Non a caso, la mobilitazione è promossa dal Comitato per la difesa dell’ospedale San Liberatore di Atri, nato lo scorso anno su impulso del compianto Giovanni Verna. “Questo non significa che i partiti si fanno da parte” aggiunge Tuttolani “anzi, è un loro dovere partecipare a questa mobilitazione. Ma vogliamo mettere da parte sigle e bandiere, perché non si tratta di una promozione politica. A questo proposito, come partito, confidiamo nella partecipazione dell’Amministrazione Comunale, sindaco in primis”.
Il calumet della pace è servito: Astolfi e la sua Giunta raccoglieranno l’invito?
La reazione congiunta del Pdl di Atri e Pineto. “La sanità è un argomento serio, che il debito sanitario in Abruzzo è impressionante e riorganizzazione e ottimizzazione sono e devono essere le parole d’ordine di chi amministra la Asl e la sanità abruzzese in generale. Siamo sostanzialmente ottimisti sul futuro dell’ospedale di Atri, finalmente c’è un progetto che lo riguarda, a partire dalla presenza dell’Università e dalla implementazione della diagnostica. Crediamo che tutti i cittadini della Provincia e della Regione abbiano egual diritto di accedere ai servizi sanitari. Al prof. Varrassi riconosciamo competenze e capacità, anche se non abbiamo fatto mancare le critiche quando necessarie. A lui auguriamo serenità e buon lavoro, in un momento così delicato. Diffondere oggi voci di chiusura è un male per tutti i cittadini, che in questa maniera vengono disorientati, e soprattutto per l’immagine stessa del San Liberatore, che in questa maniera viene fortemente compromessa. Il nostro modo è quello della concertazione e riteniamo che manifestazioni di sapore sessantottesco (come quella prevista ad Atri per sabato 8 ottobre) non siamo condivisibili né avranno mai il nostro appoggio”.