Bisogna, però, partire da una premessa e dalla distinzione fondamentale di tre diverse tipologie di passi carrabili: quelli che determinano un “taglio” sul suolo pubblico, quelli con accesso a raso e cartello apposto per divieto di sosta e quelli che accedono direttamente sulla strada, ma che non presentano né la prima né la seconda condizione. “E’ chiaro che stiamo parlando di tre casi diversi tra loro e va da sé che, per l’ultima categoria, non accettabile che si paghi la stessa somma dei primi due. Cosa che a Teramo succede”.
Per questo, la stessa Di Pasquale, insieme con l’Associazione amministratori di condominio, ha deciso di promuovere una raccolta firme tra i cittadini, chiedendo nel contempo l’intervento del Difensore Civico. Il ricorso presentato, infatti, è finalizzato ad una corretta regolamentazione dei passi carrabili, “con moduli non ingannevoli e con l’esatta individuazione delle tipologie di accesso che legittimano il pagamento del Cosap, per evitare che i cittadini paghino un qualcosa che non è dovuto e o che debbano successivamente opporsi”. Dieci giorni di tempo per raccogliere le firme, recandosi nella sede dello studio legale, in via Ciotti 17, a Teramo.
Manola Di Pasquale, infine, punta il dito contro gli accertamenti da parte della Polizia Municipale che, “armata” di metro e macchina fotografica, è impegnata ultimamente nel controllo a tappeto sul territorio. “E’ normale che i cittadini si spaventino di fronte ad una divisa e paghino, anche se ingiustamente”.