Alba Adriatica. No alla vice-presidenza dell’Unione dei Comuni, no alle deleghe solitamente assegnate ad ogni sindaco: il tutto in attesa di un cambio di rotta soprattutto nel coinvolgimento degli amministratori di estrazione politica diversa. Non è uno strappo definitivo, ma una presa di posizione molto chiara quella che hanno intrapreso i tre sindaci di centrosinistra della Val Vibrata (Franchino Giovannelli, Mauro Scarpantonio e Dino Pepe), che oggi hanno ufficializzato le motivazioni per le quali hanno rinunciato a ricoprire ruoli istituzionali in seno all’esecutivo del consorzio intercomunale. Alcuni segnali, chiari in questa direzione, erano emersi anche nelle scorse settimane in occasione della ratifica del Pompizi-bis (i sindaci del centrosinistra si erano astenuti). Ora, però, il malcontento prende forma e sostanza, visto che le perplessità sulla gestione dell’Unione dei Comuni vengono rappresentate, oltre che dai tre sindaci, anche dal consigliere regionale Peppino Di Luca (Pd) e da Stefania Ferri, presidente del Pd provinciale. Proprio questa mattina, infatti, la giunta dell’Unione dei Comuni ha eletto come vice-presidente Mauro Scarpantonio, sindaco di Controguerra, che però si è dimesso un’ora più tardi, visto che non era disponibile a ricoprire il ruolo (ruolo che sarà assolto da Umberto D’Annuntiis, sindaco di Corropoli). Questo, mentre il centrosinistra aveva già deciso di rendere pubblico il proprio malcontento e di rinunciare, per il momento, ad avere deleghe, cosa mai accaduta in passato all’Unione. “ Non siamo coinvolti nelle scelte” hanno detto i sindaci in conferenza stampa, “ e anche in giunta, sia chiamati a decidere su decisioni già adottate. Gli esempi sono tanti, dalla sanità ai rifiuti. Per la sanità, infatti, Pompizi aveva istituito un tavolo di lavoro, che però si è riunito una sola volta, peraltro quando era in carica ancora il precedente manager”. La decisione di rinunciare alla vice-presidenza, da parte del centrosinistra, è come salire sull’Aventino, in attesa che qualcosa ossa mutare nei rapporti. “ Il nostro spirito è sempre improntato alla collaborazione”, è emerso oggi, “ ma è necessario che il presidente cambi atteggiamento. D’altro canto la funzione dell’Unione non è quella politica, e di dover imporre scelte solo in base al colore politico, ma istituzionale e che deve affrontare problemi e progettualità comuni. Questo in passato, anche quando i rapporti di forza erano invertiti, non era mai accaduto. Se vengono meno queste prerogative, anche lo stesso consorzio perde le sue finalità”.