Teramo. “Ruffini si dimentica inspiegabilmente dell’autoporto di Villa Zaccheo”. Così la Confartigianato Imprese di Teramo risponde alle recenti dichiarazioni del consigliere regionale del Pd Claudio Ruffini, che si era mosso in favore degli autoporti di Roseto e San Salvo.
L’ente lamenta, infatti, la mancata erogazione da parte della vecchia amministrazione di centrosinistra della Regione Abruzzo per la gestione dell’autoporto di Villa Zaccheo e per la costituzione di un’Ato tra le organizzazioni artigiane.
A parlare è Luciano Di Marzio, presidente della Confartigianato, che evidenzia scarsa attenzione da parte della giunta regionale e degli assessori preposti nei confronti della provincia di Teramo per quanto riguarda gli autoporti che da oltre venti anni gli autotrasportatori attendono. “Una provincia” tuona il presidente “che non ha un vero porto, un aeroporto, un collegamento ferroviario, se non solo di attraversamento, non ha sicuramente un gran futuro”.
Alla luce di ciò Confartigianato spera che “qualche politico nostrano possa avere il coraggio di chiedere al governo nazionale, con il supporto di quello regionale, la realizzazione, anche in provincia di Teramo, di qualche grande opera come ad esempio un collegamento ferroviario ad alta velocità che colleghi Teramo a Roma viste le grandi difficoltà che ci sono con l’attuale linea Pescara-Roma; oppure il potenziamento del porto di Giulianova in considerazione del fatto che è l’unico che ha i requisiti per diventare il vero porto commerciale e turistico dell’Abruzzo. Tutto ciò permetterebbe ai cittadini abruzzesi, come accade in molte altre province d’Italia, di evitare di spostarsi, con tutti i problemi che ne derivano, ogni qualvolta decidano di fare una crociera, dover affrontare un volo intercontinentale o usare l’alta velocità ferroviaria. Questo per noi significa fare politica concreta”.
Di Marzio propone, pertanto, la realizzazione di due grandi strutture di smistamento merci uniche in Italia all’incrocio delle autostrade Teramo-Roma e Milano-Taranto, strutture per le quali l’ente si dichiara già da ora disposto a collaborare in vista di una eventuale gestione, perché “una volta attivate creerebbero sviluppo, economia e numerosi posti di lavoro”.