Partendo, per questioni temporali, dalla prima, a confrontarsi con la cittadinanza sono stati il presidente della Regione e commissario per la sanità Gianni Chiodi ed il direttore generale della Asl di Teramo Giustino Varrassi.
Un appuntamento hanno preso parte anche numerosi rappresentanti delle istituzioni appartenenti all’Area vasta e i membri della società civile. I lavori sono stati aperti dal Coordinatore del Pdl di Atri Domenico Felicione, il quale ha ribadito il suo appello all’unità di tutte le forze presenti sul territorio per la salvaguardia del presidio, dopo le voci di una presunta chiusura del nosocomio ducale.
Il manager Varrassi ha ricordato il piano di rilancio in atto, bacchettando chi “continua a fare dietrologia e alimenta sterili polemiche”. A suo avviso i punti di forza del nuovo San Liberatore saranno la medicina del territorio, l’Urologia (che con il litotritore colmerà un vuoto di tutta la Asl teramana), la medicina nucleare. Senza dimenticare le convenzioni universitarie per la Cardiologia e la Odontoiatria.
“I presidi ospedalieri della provincia di Teramo sono quattro e tali resteranno” ha ribadito Gianni Chiodi. “Non è mai stata prevista o ipotizzata alcuna chiusura, né ridimensionamento o accorpamento dell’ospedale San Liberatore che, invece, sarà rafforzato sempre più per diventare punto di riferimento per il territorio”. Per quanto riguarda Atri “non è prevista la dismissione di alcun reparto, ma è in atto una politica di riqualificazione, attraverso il coinvolgimento di figure professionali di valore provenienti dalle Università e la dotazione di attrezzature diagnostiche all’avanguardia”.
Nel corso dell’incontro, inoltre, il sindaco Gabriele Astolfi ha ufficializzato la costituzione di un “Comitato per la Sanità”, composto dal primo cittadino, dal direttore sanitario del presidio, da un rappresentante della minoranza, da due esponenti della società civile scelti dal sindaco, altri quattro scelti dalla maggioranza e quattro dai partiti di minoranza in consiglio comunale.
Un organismo bipartisan, che si propone di restare fuori dagli schemi politici e che avrà il compito di monitorare la situazione dell’ospedale, proporre soluzioni ai vari problemi.
Nelle prossime settimane sarà elaborato un documento condiviso, da sottoporre, dopo l’approvazione di tutti i consigli dei comuni appartenenti all’Area Vasta, agli organi istituzionali regionali competenti in materia di Sanità, affinché venga recepito all’interno del nuovo Piano operativo regionale 2011-2012 in fase di elaborazione da parte della Regione. Una proposta di atto aziendale da sottoporre ai vertici aziendali della Asl di Teramo e al Comitato ristretto dei sindaci.
Sarà convocato, poi, per fine aprile un consiglio comunale aperto, al quale parteciperanno tutti i sindaci ed i consiglieri dei comuni appartenenti alla ex Ulss di Atri, insieme ai sindaci di Montesilvano e Città Sant’Angelo, per suscitare un rinnovato e condiviso interesse intorno al San Liberatore, presidio di riferimento dell’Area Vasta.
In sintesi, esattamente quello che aveva richiesto la minoranza nei giorni scorsi. E proprio la minoranza consigliare, composta dalle segreterie politiche e i gruppi consiliari di Pd, Udc, La rosa bianca, Idv e La Destra, ha promosso la seconda assemblea pubblica, che ha visto la partecipazione numerosa di cittadini, operatori e rappresentanti dei comuni di Silvi e di Pineto. Tanti gli interventi da parte della cittadinanza, che ha manifestato preoccupazione, mosso critiche, avanzato proposte. E’ stata la giornata della atrianità” dichiarano “il cittadino è stato protagonista”.
Le opposizioni esprimono, dunque, soddisfazione per la visibilità che sta avendo la questione relativa al destino del Presidio Ospedaliero di Atri: “Stiamo conducendo, con le nostre iniziative quotidiane, anche di forte protesta, una battaglia che ha portato il San Liberatore al centro della discussione politica provinciale e regionale. Al centro di tutte le nostre azioni vi è solo ed esclusivamente la tutela del nostro nosocomio e l’esigenza di risposte certe per il suo futuro, facendo leva su un dato inconfutabile: il San Liberatore è presidio della salute di un territorio vastissimo che sta, giorno per giorno, stringendosi sempre più intorno ad una lotta, che, ribadiamo, è una lotta civile per la difesa del sacrosanto diritto alla salute”.
Soddisfazione poi per la disponibilità manifestata dalla maggioranza che “ha finalmente compreso che lo scontro politico non porta nessun contributo utile. La costituzione di una commissione con paritetica e paritaria rappresentanza tra maggioranza e opposizione che redigerà un documento unitario è il frutto della nostra proposta, portata avanti con caparbietà, con il solo obiettivo di tutelare e difendere il San Liberatore”.