Atri. “Mi chiedo come sia possibile che sulle numerose problematiche che ho sollevato in questi mesi rispetto alla discarica di Santa Lucia di Atri la Regione continui ancora a pronunciarsi con risposte non chiare ed evasive. E soprattutto perché si debba sempre intervenire a posteriori e solo dopo continue sollecitazioni e segnalazioni quando ormai l’ambiente è stato già danneggiato e la salute dei cittadini messa in pericolo”.
Queste le parole del Consigliere regionale del M5S, Riccardo Mercante, che ha così proseguito: “Una situazione davvero allarmante quella che emerge dalla relazione consegnatami dal Servizio gestione rifiuti della Regione visto che sono numerosissime, e per giunta avviate da poco, le procedure di accertamento ancora in corso: dalla verifica sulle discariche consortili dismesse rispetto alla contaminazione delle acque sotterranee ed al superamento dei valori delle sostanze nocive; dalla sussistenza dei rilievi mossi dall’ARTA sul conferimento in discarica di sovvalli non tratti provenienti dagli impianti del Cirsu e dalla copertura giornaliera dei rifiuti con teli sintetici piuttosto che con terreno vegetale fino al superamento dei livelli di contaminazione derivanti da dispersione di eluato e percolato per la seconda discarica”.
“E se su tali questioni, per lo meno, occorrerà attendere l’esito delle procedure di accertamento – ha continuato Mercante – nessuna certezza, invece, è stata fornita dalla Regione sulle altre problematiche. Ad eccezione, infatti, della conferma sulla non opportunità della scelta di su un sito ad alta valenza paesaggistica come quello di Santa Lucia per ubicare gli invasi, ho ricevuto solo risposte vaghe sulla compatibilità ambientale delle discariche, sul conferimento di rifiuti da parte di Comuni non consorziati e su conferimenti a livello nazionale od estero nonché sulle segnalazioni dei comitati e dei cittadini su un presunto traffico di Tir e trasporto di rifiuti non trattati. Un quadro, insomma, tutt’altro che rassicurante e che non permette, di certo, ai cittadini di stare tranquilli. Soprattutto perché c’è la possibilità, non smentita dalla Regione, che anche il terzo invaso raggiunga ben presto la soglia di saturazione con il rischio dell’apertura di una quarta discarica e del conseguente ampliamento del sito per 360.000 mc. Il che vorrebbe dire andare ad aggravare una situazione già fortemente compromessa e con profili di criticità tutt’altro che risolti”.
“Con il risultato – ha concluso Mercante – che i cittadini di Atri, oltre al danno di dover già sopportare tre discariche e tutte le conseguenze che ne derivano in termini di nocumento all’ambiente ed alla salute, potrebbero subire anche la beffa di un ulteriore invaso senza neppure sapere se il conferimento dei rifiuti avvenga correttamente e quale sia la reale situazione sull’inquinamento e sulla salubrità dei luoghi”.