Il sindaco di Pineto Luciano Monticelli torna all’attacco del manager Varrassi e prende spunto dalle affermazioni rilasciate questa mattina a mezzo stampa dal direttore del reparto di urologia dell’ospedale Mazzini di Teramo, il professor Carlo Vicentini. L’affermato professionista definisce l’operazione di creare un reparto di urologia complesso all’ospedale di Giulianova un “errore-orrore”. Tale iniziativa, se dovesse andare in porto, prevedrebbe la chiusura dell’Urologia all’ospedale San Liberatore di Atri.
“Quello che sta accadendo è una vergogna” sbotta il primo cittadino pinetese “e conferma che il manager Varrassi opera semplicemente delle scelte politiche per accontentare qualche vecchio trombone del Pdl. Opera scelte che vanno in contrasto con le indicazioni che arrivano dai direttori di reparto, come nel caso di Urologia a Teramo. Sta scontentando tutti, ovvero medici, infermieri, amministratori locali. Quali sono realmente i suoi obiettivi? Comunque è al comando della sanità teramana non per capacità, ma per scelte politiche dettate dal Governatore Gianni Chiodi”.
Monticelli nei giorni scorsi aveva chiesto gli accessi agli atti per verificare l’eventuale richiesta di trasferimento del primario del reparto di cardiologia di Atri Vito Ciampini e per accertare quali sono i criteri che hanno determinato la decisione di chiudere l’Utic. Inoltre ha chiesto allo stesso manager Varrassi di avere l’autorizzazione a visitare i reparti del San Liberatore, incontrando così personale medico e paramendico. “Non ancora mi risponde” conclude il Sindaco Monticelli. “Noi intanto andiamo avanti per la nostra strada con il ricorso al Tar per impedire che venga consumato un vero e proprio attentato nei confronti della nostra sanità. A mezzo stampa, poi, mi ha accusato di aver organizzato un blitz al San Liberatore visitando senza alcuna autorizzazione i reparti. E’ assolutamente falso. Sono un uomo delle istituzioni e rispetto quindi le procedure. Ma a questo punto invito Varrassi a rassegnare le dimissioni, a farsi da parte prima che causi danni irreparabili”.
Intanto prosegue l’iniziativa “una mail per salvare l’ospedale di Atri”. Ne sono state raccolte finora oltre 400 a conferma che i cittadini hanno a cuore la “salute” del San Liberatore.