Erano le 7.30 di un freddo mattino. E tutto avvenne con un colpo di mano messo in atto dalla Coldiretti, con il beneplacito dell’ex commissaria Manola Di Pasquale. Lo statuto era stato modificato solo qualche minuto prima per poter consentire anche ai non soci di diventare amministratori del Consorzio.
Ancora oggi, a distanza di un anno, il presidente della Cia Teramo Giorgio De Fabritiis si pone molte domande relativamente a questa vicenda.
Come mai fu scelto Pasetti di Francavilla al Mare come presidente del Consorzio Agrario di Teramo?
Non esistevano a Teramo imprenditori agricoli o altre figure di imprenditori per poter dirigere il Consorzio?
E come mai, dopo appena 5 mesi dal ritorno alla gestione ordinaria e lo scippo del 19 febbraio perpetrato ignorando la stragrande maggioranza dell’agricoltura teramana, scompare il Consorzio Agrario di Teramo che viene incorporato all’interno del Consorzio agrario di Pescara e Chieti?
Quando la CIA, insieme a Copagri e Confagricoltura, sosteneva che dietro quel colpo di mano messo in atto alle 7.30 del mattino vi era un disegno precostituito e si rispose da parte dell’ex commissaria Manola Di Pasquale che erano solo illazioni e chiacchiere dettate da risentimento per essere stati esclusi, aveva ragion d’essere o no la denuncia?
Come mai la politica teramana di centro, di destra e di sinistra non hanno trovato da dire nulla in quella triste vicenda sia come fatto comportamentale di chi aveva operato in un modo cosi moralmente riprovevole che come schiaffo lanciato a tutta l’imprenditorialità teramana che era stata ignorata andando a trovare un presidente fuori provincia?
Barba, Cerulli, Nicodemi, Illuminati, Savini e centinaia di piccoli imprenditori agricoli della provincia di Teramo non avevano dignità, competenza, professionalità e diritto a gestire un Consorzio che era stato creato dagli agricoltori teramani?
Perché si è consentito che il Consorzio Agrario di Teramo scomparisse dopo 100 anni di storia e avendo ancora oltre 8 milioni di euro di capitale come ha ricordato spesso Manola Di Pasquale?
Perché fare in modo che venisse “trafugato” dal Consorzio Agrario di Pescara e Chieti che tutti gli operatori del settore sanno che navigava in acque molto difficili quasi prefallimentari?
E chi sono coloro che il 31 luglio 2010, all’insaputa di tutti, hanno deciso di far scomparire il Consorzio Agrario di Teramo facendolo incorporare da quello di Pescara e Chieti?
In quanti erano e con quale rappresentanza dell’agricoltura teramana si sono arrogati questo diritto di far scomparire il Consorzio di Teramo patrimonio di tutti gli agricoltori della Provincia di Teramo?
Chi li ha diretti?
Con quale obiettivo?
E che fine ha fatto in questa fusione l’ex commissario Manola Di Pasquale?
Dieci importanti e scottanti domande, a cui lo stesso presidente De Fabritiis cercherà di dare una risposta giovedì 10 febbraio nella sede della CIA a Teramo.