Ecco il testo
L’ARIT, “Agenzia Regionale per l’Informatica e la Telematica” con sede a Tortoreto Lido, è la struttura regionale cui spetta il compito di fornire supporto operativo in materia di informatica e telematica – ma anche di comunicazione internet – alla Giunta Regionale d’Abruzzo e alla struttura speciale di supporto nota come “Sistema Informativo Regionale”.
Fino al 31 dicembre 2010 il regolare espletamento delle molteplici attività istituzionali dell’ARIT è stato reso possibile dal lavoro qualificato di 50 dipendenti, caratterizzati da differenti professionalità sinergiche, che erano stati assunti negli anni precedenti (alcuni anche da sei anni) ma sempre con contratti a termine. Naturalmente, durante tutti questi anni di lavoro, ciascuno di essi ha sviluppato una notevole esperienza nel settore specifico, ha acquisito un prezioso know-how, ha costruito una sua professionalità di eccellenza in un campo altamente tecnologico e specializzato.
Il 31 dicembre 2010 ben 40 di loro hanno visto NON RINNOVATO il contratto. Quindi, la loro posizione – precaria da anni nonostante il prezioso apporto professionale dato all’ARIT – non solo non è stata stabilizzata, ma è stata addirittura interrotta. Sono state quindi disperse risorse umane qualificate e preparate.
Nonostante un taglio dei 4/5 della forza lavoro l’ARIT non è stata però chiusa. Con un simile assetto delle risorse umane l’agenzia non può, tuttavia, in alcun modo adempiere ai suoi compiti istituzionali, neppure quelli minimi. Viene quindi lecito domandarsi quale sia la strategia per il suo futuro.
Se la Regione ritiene l’ARIT non più strategica e necessaria, come mai non è stata avviata la sua chiusura, ma sono stati “licenziati” solo 40 dei 50 dipendenti? Perché mantenere 10 unità, con relativi costi?
Se invece la Regione continua a riconoscere l’importanza del ruolo strategico dell’ARIT, perché privarla delle sue professionalità? Risulta difficile comprendere il motivo per cui sui 50 originari siano stati estromessi 40 operatori, ormai altamente qualificati, mantenendone invece altri 10 quando essi da soli non sono affatto sufficienti per rendere operativa la delicata macchina dell’Agenzia?
Chi ha perso il posto di lavoro al quale aveva dedicato anni di fatica e presenza, ma anche di impegno e studio per accrescere la propria professionalità, chiede chiarezza. Chiarezza di sapere sin da subito quale sarà il suo destino, ovvero se sia previsto un riassetto dell’Agenzia e quindi un riassorbimento dei personale, oppure se essa sia destinata alla chiusura definitiva.
Inoltre, i 40 mancati rinnovi dello scorso dicembre relegano l’Agenzia in una situazione di stasi nella quale essa non può fornire alcun tipo di servizio alla Regione, pur gravando comunque sul bilancio a causa dei costi fissi e dei dipendenti rimasti in servizio. L’unico modo per uscire dall’empasse è che a questo periodo di stasi seguano a breve nuove assunzioni, unico modo per ricostruire quel gruppo di lavoro essenziale per consentire lo svolgimento dei suoi compiti istituzionali.
Si ritiene quindi che la chiarezza su questo punto sia essenziale, urgente e dovuta.
Sarebbe gravissimo se i nuovi assunti non fossero scelti tra i 40 estromessi a dicembre 2010, ma tra persone estranee. Risulterebbe infatti difficile per l’opinione pubblica non sospettare che tutto quel che è accaduto sia altro che non un repulisti studiato a tavolino per liberare posti da occupare in seguito con assunzioni clientelari.
Si ritiene inoltre che un incontro per fare luce sullo stato delle cose, sia non solo opportuno, ma doveroso nei confronti di chi si è adoperato senza risparmio e con impegno per tutti questi anni e oggi si trova senza certezze per il futuro.
Si attende fiduciosi un positivo riscontro anche riguardo la possibilità di poter discutere apertamente delle problematiche di cui sopra, all’indirizzo mail exprecariarit@gmail.com.