È l’amara conclusione a cui giunge Maurizio Sciamanna, coordinatore del Circolo Pd Teramo Est, all’indomani della grande nevicata che ha bloccato la città di Teramo. Oggetto della riflessione il ricorrente e roboante annuncio mediatico che è il piano nevepronto da tempo sulla carta con i suoi mezzi spargisale e spazzaneve tirati a lucido e schierati per entrare in azione al primo accenno di necessità, finchè non succede qualcosa di imprevisto e nevica davvero. Annualmente la situazione si ripete identica nella nostra città, e anche oggi ci troviamo a sottolineare gli stessi problemi di un meccanismo che tutto pare tranne un orologio svizzero: ritardi nell’agire e zone trascurate”.
Sciamanna riconosce che l’amministrazione è effettivamente intervenuta in maniera tempestiva chiudendo le scuole, mentre “i mezzi spazzaneve sono coraggiosamente entrati in azione nel momento di massima intensità delle precipitazioni, i mezzi spargisale e temerari operatori muniti di regolare secchiello e sacchetti ancora oggi operavano per evitare che la pista di pattinaggio su ghiaccio di piazza Martiri non debordasse troppo oltre i suoi regolari limiti. Le arterie principali sono state sgomberate tempestivamente dai pochi centimetri di neve presente, quello che invece è stato tralasciato è stato ciò che sarebbe successo in seguito. In fondo le avvisaglie si avevano già dal pomeriggio del 15 dicembre, quando la neve ha coreograficamente incominciato ad imbiancare le strade, la situazione del traffico tra Piano d’Accio e Teramo, lungo viale Bovio (o più oltre come a Scapriano e Piano della Lente) era già al collasso e non andava meglio nelle zone collinari di Colleparco e Villa Mosca. La neve caduta in nottata era quindi già ampiamente annunciata, così come la caduta a valori sotto zero delle temperature e la conseguente trasformazione in lastre di ghiaccio degli asfalti delle strade”.
Probabilmente, dunque, qualcosa non ha funzionato secondo Sciamanna nel coordinamento dei mezzi impiegati: il passaggio degli spazzaneve senza la preventiva azione degli spargisale ha ulteriormente peggiorato la situazione, quindi ghiaccio nella notte lungo via Flaiani, come lungo i viadotti come Ponte San Gabriele o su via Savorini collegamento tra Colleparco e Villa Mosca ghiacciata già dal tardo pomeriggio.
“Ovviamente non si può pretendere” continua il coordinatore “che i mezzi spazzaneve liberino ogni strada e ogni vicolo dei nostri quartieri. Tuttavia, soprattutto nella zona di Colleparco sarebbe il caso di considerare la necessità di operare oltre che su via Memmingen anche su alcune strade interne come via Melarangelo e via Rambelli, per la forte pendenza della prima in alcuni tratti e per la conformazione dell’abitato; necessità riscontrata anche sull’arteria principale di Villa Mosca, viale della Resistenza, via d’accesso all’Università da un lato, alla zona del carcere di Castrogno e delle altre frazioni dall’altro: zone che ancora all’ora di pranzo del 16 dicembre lamentavano gravi problemi di viabilità. Problemi identici durante la mattinata persino lungo Via Pannella e la corsia centrale di Via Po che non sono in collina, né scarsamente trafficate”.
Un discorso a parte invece per via Arno, che Sciamanna crede essere stata dimenticata, in quanto gà nella serata del 15 dicembre, alle 22.00, si presentava come un ininterrotto tappeto bianco, “pronta a trasformarsi la mattina successiva in una continua superficie gelata, pericolosa per automobilisti e pedoni. Ciò che sorprende di più è il fatto che è palese a tutta l’amministrazione comunale (anche per esperienze pregresse) che questa via costituisce lo svincolo nodale privilegiato per il traffico in uscita dai quartieri collinari verso est, che nella stessa zona sorgano attività commerciali e la sede dell’INAIL e ciononostante non siano stati presi provvedimenti necessari a renderla percorribile per le prime ore del mattino sia agli automobilisti costretti ad affrontarla, sia ai mezzi pubblici costretti a non servirla”.