“Lo scorso mese di novembre – ha spiegato Mercante – ho sollevato numerosi dubbi in Consiglio regionale circa le modalità di gestione della discarica Santa Lucia di Atri in quanto si stava procedendo alla realizzazione di una terza discarica senza che i problemi sulla messa in sicurezza delle precedenti fossero stati risolti. Come al solito e come accaduto anche per il Cirsu, la risposta fornitami dal Sottosegretario Mazzocca è stata evasiva tanto che, a distanza di pochi mesi, ho ritenuto necessario sollevare nuovamente la questione, specialmente alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni in discarica. Mi piacerebbe, infatti sapere – ha continuato Mercante – se la Regione sia a conoscenza o meno del fatto che a Santa Lucia stanno arrivando quotidianamente, secondo quanto riferito dai residenti, numerosi camion che scaricano enormi quantità di rifiuti in discarica e soprattutto se vi sia un controllo effettivo sulla tipologia di tali rifiuti e sulla loro provenienza oltre che sul rispetto degli standard di sicurezza e sulle modalità di gestione, da parte dei Comuni del Piomba-Fino, dei proventi che ne derivano. Non vorrei che anche per la terza discarica accadesse quanto verificatosi in passato per le prime due, visto che la discarica più vecchia è crollata nel fosso della Portella, inquinando i terreni ed i corsi d’acqua circostanti, e la seconda sembrerebbe accogliere una quantità di rifiuti maggiore di quella autorizzata senza essere mai stata completamente bonificata. Con il risultato che il percolato continua a riversarsi ovunque, gli odori molesti si propagano nell’aria con buona pace per la salute di quanti vivono a Santa Lucia e per il turismo della nostra provincia che vede minato uno dei suoi luoghi più suggestivi”.
“Per questo è necessario che una Regione che si fregia del titolo di Regione verde d’Europa intervenga subito per accertare cosa sta accadendo – ha concluso Mercante – e garantire una corretta gestione del sito di Santa Lucia. Altrimenti oltre a vanificare del tutto l’utilità della discarica che esaurirebbe in pochissimo tempo la sua capacità di accoglienza, al posto dell’oasi dei calanchi potremmo trovare una landa inquinata e devastata dai rifiuti”.