Fra i criteri generali per l’elaborazione delle scelte, vi sono la salvaguardia della territorialità, l’unione di uno o più istituti sottodimensionati (meno di 500 alunni), l’attribuzione della presidenza all’istituzione scolastica con il maggior numero di adulti. Deroghe in favore del mantenimento dell’autonomia sono state chieste, come spiegato dall’assessore Antonio Di Michele, “per i Comuni montani, per l’Istituto d’Arte di Castelli, per il Cerulli di Giulianova”. Si è cercato di evitare “la disarticolazione di un’istituzione scolastica solo per raggiungere la soglia dei 500 alunni, guardando con attenzione a quelle realtà, interne e montane, dove il mantenimento dell’autonomia rappresenta un elemento di coesione sociale” . Cinque le dirigenze che, sulla base dei parametri dettati dal Ministero, si perdono e il Liceo Artistico di Teramo (poco più di 250 studenti) ha chiesto di essere accorpato al Convitto. A Giulianova si chiede la deroga per l’istituto Cerulli in quanto con l’accorpamento al Crocetti si supererebbero i 1300 alunni. “Al sottodimensionamento del Cerulli” ha precisato Di Michele “si può ovviare, come proponiamo, con l’istituzione di un centro di istruzione per adulti”.
Per quanto riguarda gli indirizzi di studio fra le novità figurano l’indirizzo musicale presso il Classico di Teramo, grafica e comunicazione al Moretti di Roseto e al Cerulli di Giulianova (in questo caso solo che conserva l’autonomia), il turismo al Crocetti di Giulianova (in subordine al Cerulli cos’ come definito da un emendamento approvato in Consiglio), grafica, audiovisivo, multimediale, artistico scenografico al Liceo Artistico di Teramo, turismo, relazioni internazionali, marketing, grafica e comunicazione, moda, chimica e biotecnologie al Comi di Teramo, scienze applicate al Zoli di Atri, all’Einstein e al Convitto di Teramo, allo scientifico di Giulianova; agroalimentare, agroindustria, agrario al Di Poppa-Rozzi di Teramo; le scienze applicate ai Licei Scientifici (da legge Gelmini). Per la prima volta, su richiesta degli istituti professionali, si chiede l’istituzione dei Servizi socio sanitari a Teramo (all’Iti) e ad Atri (Zoli).
“L’assessore ha fatto un ottimo lavoro” ha dichiarato Flaviano Montebello “lasciando da parte campanilismi e appartenenza politica. A Giulianova ha partecipato a numerosi incontri, è intervenuto in Consiglio comunale, è stato attento a tutte le voci provenienti dalle famiglie e dal mondo della scuola”.
“Purtroppo” ha aggiunto il capogruppo del PD, Ernino D’Agostino “siamo alle prese con gli effetti pesanti delle scelte del Governo nazionale, del ministro Gelmini. E’ nostro compito cercare di mitigarne gli aspetti fortemente penalizzanti per il nostro territorio”.
Su proposta dell’assessore al personale, Davide Di Giacinto, sono stati approvati, inoltre, i “criteri generali per la ridefinizione dell’assetto organizzativo dell’ente”.
“Un passaggio di rilevanza strategica, propedeutico all’adozione di nuovi assetti organizzativi più snelli ed efficaci” ha spiegato l’Assessore sottolineando che il regolamento recepisce le novità introdotte con il decreto 150 del 2009, decreto Brunetta, e che è stata l’occasione per affrontare temi come “il merito, l’organizzazione del lavoro sulla base dei nuovi compiti e delle nuove sfide della pubblica amministrazione, il ruolo della dirigenza, la qualità dei servizi, i diritti dei cittadini e della collettività” .
In linea generale, l’atto di indirizzo, si prefigura come uno strumento per realizzare una “struttura amministrativa flessibile e leggera, al servizio dei cittadini e delle imprese, che assuma come obiettivo condiviso quello di abbattere i costi di funzionamento ampliando e migliorando i servizi”. Nello specifico sono numerose le novità che vengono introdotte anche in considerazione del fatto che il precedente regolamento risale al 1997.
Il principio della massima trasparenza con “accessibilità assoluta sugli atti che non contengono dati privati o sensibili”; la rotazione degli incarichi dirigenziali; valutazione della qualità dei servizi e il rispetto degli impegni assunti con la collettività, potenziamento della capacità di ascolto dei cittadini; adeguamento dinamico delle strutture e dei processi di lavoro in relazione ai contesti di intervento; la flessibilità nell’organizzazione delle strutture e nella gestione delle risorse umane; la responsabilizzazione della dirigenza in ordine alla gestione della spesa e al corretto sviluppo dei procedimenti amministrativi; l’introduzione di un sistema chiaro e trasparente di premialità; l’istituzione dell’ Organismo indipendente di valutazione; limiti, criteri e modalità per l’affidamento di incarichi di collaborazione autonoma.
Per quanto riguarda la dirigenza vengano ribaditi i seguenti elementi caratterizzanti la funzione, come autonomia determinativa, responsabilità gestionale e collaborazione con gli organi di indirizzo politico. Documento generico, lo ha definito la minoranza che ha parlato di “occasione perduta” e prima ha chiesto il rinvio del dibattito, per una “riflessione più attenta”, poi ha votato contro
il regolamento, con interventi di Ernino D’Agostino (“è un atto di competenza del Consiglio ed è una scorrettezza non consentirci un confronto più attento visto che il documento ci è stato consegnato venerdì”), Giuseppe Di Febbo, Renzo Di Sabatino, Riccardo Mercante.
“Ci siamo sentiti accusare di immobilismo, questo è il primo atto di un nuovo assetto verso il quale procederemo celermente” ha concluso il presidente Valter Catarra.