Teramo. Una politica in grado di disegnare le prospettive possibili per il territorio. Una politica fatta di una programmazione che non vuole essere espressione di una cultura della navigazione a vista, ma del pensare alle grandi cose che possono dare prospettive e sviluppo alla comunità. Questo è il Modello Teramo. E di questo si parlerà sabato 23 ottobre, alle ore 10 nella Sala Polifunzionale della Provincia, in un convegno promosso da L’Abruzzo al Centro.
Il dibattito, moderato dal giornalista Antonio D’Amore, sarà introdotto dall’assessore regionale alla Cultura e al Turismo Mauro Di Dalmazio e vedrà la partecipazione di Enrico Mazzarelli, segretario generale alla presidenza della Giunta regionale, Valter Catarra, presidente della Provincia di Teramo, Maurizio Brucchi, sindaco di Teramo e Gabriele Pasqui, docente del Politecnico di Milano ed esperto di pianificazioni strategiche. Le conclusioni saranno affidate al presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi.
“L’esperienza delle liste civiche” ha detto Di Dalmazio nella conferenza stampa di presentazione “parte nel 2004, con il progetto costruito attorno a Gianni Chiodi. E dopo l’esperienza elettorale si è esteso come modello di aggregazione e partecipazione. Di solito le liste civiche si esauriscono con la tornata elettorale. Non è il caso di Al Centro per l’Abruzzo, diventata ora un’associazione, che si pone come stimolo per la comunità. Questo è il momento clou, un convegno in cui si parla di Politica con la P maiuscola e sviluppo del territorio. Su questo si basa il Modello Teramo, sulla coesione attorno ad un progetto condiviso. Chiodi è stato il primo ad impostare un discorso strategico sul territorio e l’esempio è poi stato seguito da altri, in provincia e in regione”.
Tornare a parlare di Modello Teramo, anche alla luce delle ultime vicende sul piano giudiziario, significa ridare centralità alla comunità teramana, protagonista oggi della politica regionale. “Di questo vogliamo tornare a discutere” ha aggiunto Di Dalmazio. “Il Modello Teramo nasce dalla comunità, non è stato imposto dall’alto. Chi lo attacca mette in campo solo un atteggiamento autolesionista, perché non ci si può limitare ad abbattere, bisogna proporre soluzioni alternative. Noi siamo pronti a sfidarci sui temi politici”.
Una difesa a spada tratta del tanto criticato Modello arriva anche da Enrico Mazzarelli. “Per 35 anni Teramo è stata ai margini della politica regionale. Con il Modello introdotto da Gianni Chiodi la situazione si è ribaltata e questo forse non va giù a chi vuole mantenere il fulcro altrove in Abruzzo. Quella del Modello Teramo è stata l’unica grande novità politica degli ultimi 15 anni. Ha avuto un enorme impatto e dire che si è trattato solo di fumo significa rinnegare quanto è stato fatto in tutti questi anni”.
Marina Serra