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Teramo, il Pd denuncia forte crisi del lavoro in provincia

Teramo. Da provincia virtuosa ad ultima in Abruzzo. È la provincia di Teramo secondo quanto dipinto dal Partito Democratico, che denuncia una preoccupante situazione lavorativa nel comprensorio teramano. A destare l’attenzione del gruppo gli ultimi dati Inps, da cui emerge un netto aumento di lavoratori che usufruiscono degli ammortizzatori sociali, ma soprattutto di cittadini in cerca di lavoro.

Sarebbero, infatti, oltre 12mila i beneficiari della provincia di Teramo delle tre forme di ammortizzatori previsti dalla legge. Comparando il dato con quanto rilevato al 31 marzo 2009, si nota un forte aumento di erogazioni, in quanto gli stessi lavoratori si attestavano, un anno fa, a circa 7.700. Per quanto riguarda, invece, i cittadini in cerca di lavoro della provincia, il dato sembra essere ancora più allarmante. Se, infatti, nel 2009 si parlava di 37.097 cittadini, la cifra è ora salita a 46mila.

Ad un’attenta lettura dei dati, l’opposizione sembra non avere dubbi. Stando, infatti, a quanto sostenuto da Robert Verrocchio, segretario provinciale del Pd, si tratterebbe di una situazione riconducibile all’immobilismo e alla mancanza di attenzione da parte del governo provinciale e regionale. “Siamo consapevoli di essere davanti ad una crisi complessa” spiega meglio il segretario, “che non si risolve certo in una singola azione. Ma è anche vero che, finora, nulla è stato fatto in provincia per sanare una condizione preoccupante. Ho incontrato, giorni fa, esponenti del centrodestra teatino: anch’essi si sono dichiarati stupiti di quanto accaduto, nonostante in Regione siano presenti ben 5 esponenti teramani”.

L’opposizione promette, pertanto, di porre nuovamente all’attenzione regionale il problema lavorativo. “Questo perché” spiega Claudio Ruffini, consigliere regionale “lavoro significa ricchezza, ma anche evitare quanto sta accadendo in Grecia. In una situazione come questa, diventa quasi un vanto il fatto che siamo riusciti a dare la cassa integrazione. Ma forse l’assessore Gatti dimentica che ci sono moltissimi lavoratori che non possono farne richiesta”. Ruffini ricorda la necessità di adottare strumenti che assicurino assunzioni stabili e di rilanciare possibilità importanti come i centri per l’impiego o i distretti. Il riferimento è a quello agro-alimentare, pensato dalla vecchia giunta provinciale ed ormai accantonato. “Guardiamo a quanto fatto a Faenza” esemplifica il consigliere, “dove la crisi è stata risolta procedendo ad una fusione di aziende, che si collocano ora più forti e compatte sul mercato della ceramica”.

Mancano progetti strategici, secondo la minoranza regionale. Mancano fondi e, soprattutto, manca volontà. Ne è convinto anche il consigliere Giuseppe Di Luca, che riporta nuovamente l’attenzione su quanto promesso da Gianni Chiodi all’indomani delle elezioni. “Il governatore ci ha spiegato che la Regione non ha fondi endogeni” commenta in merito “e che, pertanto, avrebbe dovuto lavorare con i fondi Fas e con il Masterplan. Ma il ministro Scajola ha bocciato Chiodi”.

Il riferimento è alla mancanza, per la Regione Abruzzo, del parere favorevole già ricevuto dal ministero da altre Regioni e che mette il governo nell’incapacità di gestire economicamente la crisi. Stando, infatti, a quanto riferito da Di Luca, il ministro avrebbe fatto notare che “mancano interventi di rilievo” e avrebbe invitato il governo regionale a verificare la compartecipazione dell’ente. Inoltre, avrebbe sottolineato il fatto che gli eventi culturali e sportivi, inseriti nella richiesta della giunta regionale, non possono essere ammessi al finanziamento.

“Se il governo non è in grado di fare progetti strategici” critica, dunque, il consigliere “con gli unici fondi a disposizione, questo è un problema. Gli eventi sportivi non sono strategici. Se vuole rilanciare l’Abruzzo, Chiodi pensi a spendere gli stessi soldi investendoli, magari, nel problema dell’erosione della costa, rilanciando in questo modo il turismo, forse l’unico settore meno martoriato nel 2009”.