Giulianova. Il sindaco Francesco Mastromauro e l’assessore al Demanio Fabio Ruffini tornano ad affrontare la questione della spiaggia libera con accesso anche agli animali d’affezione dopo l’intervento del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.
“Ci vediamo costretti a tornare sulla questione di cui pure recentemente abbiamo parlato ritenendo non dovesse essere più oggetto di intervento avendo espresso con chiarezza le ragioni dell’Amministrazione. Ma tant’è. Ed allora ecco i punti che, almeno questa volta, speriamo possano risultare una volta per tutte chiari e intelligibili. Non senza però nascondere il nostro disappunto per l’intervento a gamba tesa di Pietrucci. Riteniamo infatti che il presidente di una Commissione regionale non possa chiedere conto dell’operato di un sindaco eletto dai cittadini. Questo, nella Repubblica delle autonomie, è inconcepibile. Ciò posto, partiamo dal primo punto. Qualcuno da tempo – dicono ancora il sindaco e l’assessore – si sta adoperando per far passare questa Amministrazione come avversa a tutto ciò che ruota intorno al rapporto uomo-animali. Dimenticando che nel 2012 abbiamo destinato una spiaggia libera per l’accesso anche agli animali d’affezione impostata su criteri che in Abruzzo non avevano riscontri, e tra i pochi esempi in Italia per impostazione. E ciò, come scritto nella delibera n. 31 dell’11 giugno 2012, riconoscendo la valenza sociale del rapporto tra esseri umani e animali d’affezione, e con la consapevolezza che fosse uno strumento per evitare il randagismo ed utile per incrementare il turismo. Forse si dimentica che quell’esperimento, perché tale fu, incontrò l’opposizione di moltissimi cittadini, anche in termini non pacifici, e delle forze politiche d’opposizione. Logico quindi, per evitare che si creassero fratture tra i cittadini, che il progetto andasse rimodulato. Una cosa è infatti imporre un progetto, altro è condividerlo”.
Per il Sindaco e l’assessore al demanio giuliese “la condivisione è per noi fondamentale. Oggi, ed è un aspetto sul quale riflettere, nessun proprietario di stabilimento balneare è disposto ad accettare animali d’affezione. Ma tutti gli operatori turistici, che noi abbiamo consultato, sono invece disposti ad accettare la presenza di una spiaggia libera con accesso anche agli animali d’affezione. Purché sia adeguatamente attrezzata come noi l’abbiamo concepita inserendola peraltro nella Variante al Piano demaniale marittimo. Che, va ricordato, è alle battute finali, giacché verrà portata all’esame del Consiglio comunale entro luglio. Ed è questo un aspetto fondamentale della questione. Qualcuno – proseguono Mastromauro e Ruffini – non vuol capire, perché fa finta o è suo interesse mischiare le carte in tavola, che dopo l’approvazione del Piano demaniale marittimo verrà pubblicato il bando pubblico, al quale potranno concorrere tutti, da Bolzano a Mazara del Vallo, per gestire la spiaggia libera con accesso anche agli animali d’affezione per un periodo almeno di cinque anni. Dov’è allora la preclusione? Dov’è la nostra avversione? Certamente Giulianova è una delle non numerosissime città italiane in cui la democrazia partecipativa matura ha trovato e trova un suo caposaldo. Per cui, e a maggior ragione, abbiamo il dovere di coinvolgere i cittadini, organizzati tramite i Comitati di quartiere, per individuare la spiaggia libera con accesso agli animali d’affezione. Pietrucci trova sbagliato questo? Ce lo dica con chiarezza. Certamente sappiamo, perché il Comitato di quartiere dell’Annunziata lo ha detto a chiare lettere nel 2013 e da ultimo l’8 maggio scorso, che i residenti non vogliono la spiaggia libera con accesso agli animali d’affezione nella porzione di litorale compresa nell’ambito territoriale del loro quartiere. Mentre il comitato di quartiere del Lido, esprimendosi per il si, ha tuttavia posto delle condizioni. E cioè che l’area sia recintata, almeno un metro d’altezza, che abbia accesso indipendente, che la balneazione ai cani sia vietata e che vengano ovviamente applicate tutte le misure necessarie a garantire l’igiene e la sicurezza dell’area interessata e delle zone circostanti. Da non dimenticare poi come il Consiglio comunale, nella seduta del 9 agosto 2013, abbia votato contro la proposta d’iniziativa popolare per l’istituzione di una spiaggia per cani”.
“Si dice che noi abbiamo violato la legge regionale. Ma è una legge, varata dalla precedente giunta di centro-destra, che dire maldestra è poco. I Comuni sono obbligati ad individuare una spiaggia libera per accesso agli animali. Ma le disposizioni dell’autorità marittima specificando che deve essere attrezzata adeguatamente. E quindi occorrono tempo e soldi. Ma la Regione che pone l’obbligo, soldi ai Comuni non ne dà. Come dire: arrangiatevi. Troppo facile l’idea dell’armiamoci e partite. Per questo è una legge da rivedere. Va bene l’obbligo. Ma prevedendo in un apposito capitolo di bilancio le somme necessarie per rendere attuabile quello che altrimenti è un semplice proposito. E in ogni caso lo abbiamo detto e lo ripetiamo: il Piano demaniale marittimo è lo strumento necessario attraverso il quale è concretamente possibile organizzare, ed affidare per una durata almeno quinquennale, una spiaggia attrezzata non tutti i crismi, su impostazioni non estemporanee. Certo – concludono Mastromauro e Ruffini – a qualcuno non andrà bene una scelta che è frutto di razionalità e programmazione e non di estemporaneità, oltretutto con un bando pubblico che impedisce canali preferenziali. Ma quel qualcuno deve sapere che una cosa è la volontà espressa dalla collettività tramite i rappresentanti che hanno eletto, ed altra cosa sono i velleitarismi”.