Al centro del dibattito vi sono le partecipazioni dell’Ente nelle Società di capitali, argomento affrontato tra l’altro ieri sera nel corso della seduta di Consiglio.
Un Consiglio Provinciale che si è protratto fino a tarda ora e si è rivelato molto movimentato, ma che alla fine ha portato all’approvazione della deliberazione riguardante le società partecipate. Una decisione che ha provocato grande disappunto nella minoranza, la quale non ha esitato ad abbandonare l’aula al momento del dibattito, assumendo così una posizione molto netta.
E questa mattina la polemica è proseguita con un duro attacco inviato dal capogruppo della minoranza provinciale, Ernino D’Agostino, seguito da una conferenza stampa convocata dal presidente Valter Catarra.
“Intendo esprimere il mio disgusto” ha scritto D’Agostino nella nota “per l’estremo livello di degrado toccato dal dibattito politico e per la totale assenza di considerazione per gli interessi generali della collettività”.
Di contro, Catarra risponde punto per punto a queste accuse. “La loro è una demagogia di basso livello” dichiara “fatta di affermazioni false”. Catarra spiega, infatti, che le modifiche alla prima delibera presentata ai consiglieri sono state apportate tenendo conto delle indicazioni date dalla minoranza. “Ecco, spiegata la differenza tra le due versioni”.
Ancora, l’assessore Ezio Vannucci ha ricevuto “mandato di effettuare ulteriori e più approfondite ricerche sulle società individuate … al fine di adottare, in un congruo periodo di tempo, la decisione definitiva che sarà discussa dal Consiglio”. Testuali parole sono evidenziate chiaramente nel testo della delibera.
“Questa minoranza” continua Catarra “non sa minimamente di cosa parla. Non ci si può limitare alla semplice verifica degli utili per decidere se rimanere o uscire da una società, è importante verificare anche quali sono gli scopi”.
E a questo proposito cita il caso dell’Arpa e della Teramo Ambiente.
Secondo D’Agostino l’uscita da queste società rappresenta una scelta sbagliata, “perché sono aziende che non producono debiti ma utili e rispetto alle quali la Provincia ha precisi obiettivi da realizzare: la programmazione e la gestione dei trasporti pubblici locali e del ciclo dei rifiuti”.
Secca la risposta di Catarra: “L’entrata della Provincia nella società Arpa aveva all’epoca un obiettivo ben preciso, che era quello di partecipare alla redazione dei Piani di trasporto locale. Allora era l’unico modo per farlo. Oggi le cose sono cambiate, perché l’ente provinciale deve partecipare per legge alla redazione del Piano”. Ecco, dunque, giustificata l’uscita.
Stessa cosa per quanto riguarda la Teramo Ambiente, che si occupa della gestione dei rifiuti. “Se si punta al gestore unico provinciale” continua Catarra “non è possibile essere nello stesso gestore unico e socio di uno dei gestori”.
Insomma, “qui si discute sul nulla” conclude il presidente. Ed all’accusa di D’Agostino, che definisce la maggioranza “chiusa e arrogante”, risponde: “non credo che questo argomento meriti così tanta attenzione. Abbandonare l’aula, quello si, credo che sia un atto brutale di ignoranza amministrativa e politica”.
“Il rifiuto del confronto” aggiunge poi il consigliere Enrico Mazzarelli, “è tipico di chi è sprovvisto di argomenti. D’altra parte, se sono così sicuri e preparati, come mai non sono stati in grado di sostenere il dibattito ed hanno abbandonato l’aula?”
La questione non finisce qui. I gruppi consiliari di centro sinistra hanno prontamente convocato per domani una conferenza stampa. Ci sarà ancora da discutere.
Marina Serra