Montesilvano. Fa discutere il passo indietro del Pd in occasione delle primarie, che hanno visto la netta vittoria del candidato dell’Idv Attilio di Mattia. La mancata esclusione degli indagati dalle liste e la diminuzione del consenso degli elettori, spingono i leader del primo partito del centrosinistra a interrogarsi sui motivi che hanno portato alla disfatta.
La prima a prendere la parola, all’indomani del verdetto sancito dalle primarie, è la deputata abruzzese del Partito democratico Vittoria D’Incecco, che pur non risparmiando parole di stima nei confronti del neo candidato sindaco del centrosinistra Attilio Di Mattia, si rammarica per un risultato “sicuramente non in linea con le aspettative”. “I cittadini da tempo chiedono un’alternativa credibile”, ammette D’Incecco, “il Pd, in quanto maggiore partito della coalizione, avrebbe dovuto, per primo, saper cogliere e interpretare questa esigenza. Il risultato delle primarie ha determinato uno scenario che richiede, prima che sia troppo tardi, una proficua ed approfondita analisi da parte della dirigenza del partito”.
Attilio Di Mattia, consigliere provinciale dell’Idv, l’ha spuntata sugli altri 5 candidati di coalizione con 1.465 voti, staccando di molte lunghezze i concorrenti. Primo del Pd è Marco Volpe al secondo posto con 948 voti, terzo Nino D’Annunzio (Pd) 793 voti, quarto Paolo Di Girolamo (Sel) con 374, quinto Candeloro Forestieri (Pd) con 94 voti, sesto e ultimo Pino Costa con 35 voti.
“Con un solo colpo”, spiega D’Incecco, “abbiamo perso la possibilità di esprimere il candidato sindaco di due importanti città dell’area metropolitana: Montesilvano e Spoltore. Ora è il tempo dell’assunzione di responsabilità e dell’unità. E’, dunque, indispensabile riflettere per evitare che il Pd venga meno al suo ruolo di grande forza riformatrice, capace di favorire un reale cambiamento. Le elezioni sono alle porte e il centrosinistra ha tutte le chance per tornare a vincere”.
Critiche a pioggia anche dal capogruppo del Pd al comune di Pescara Moreno Di Pietrantonio, che invita a “una seria e profonda riflessione utile per l’immediato futuro del partito e per innescare un processo di chiarimento e di riunificazione”. “Non è più il tempo di diktat da parte dell’apparato”, osserva Di Pietrantonio, “dobbiamo risintonizzarci con i territori e con i cittadini. E’ un dato di fatto che l’apparato ha mancato nella sua funzione di percepire ed essere percepito dalla cittadinanza. Cosa ben più riuscita a chi col proprio lavoro, tra la gente, con idee e programmi, ha ottenuto credibilità e riscontro evidente”.
Secondo il capogruppo del Pd, la riflessione “va portata avanti onde evitare che quello che è accaduto a Montesilvano, Milano, Napoli e in altre città non si verifichi nelle altre città d’Abruzzo dove si andrà a votare in primavera, a cominciare dall’Aquila”.
Daniele Galli