Pescara. Salta la nomina della nuova governance dell’Aca: l’assemblea dei soci ha approvato un documento, presentato da 28 sindaci, in cui si chiedeva il rinvio dell’assemblea per nominare successivamente un consiglio di amministrazione invece dell’amministratore unico. Il documento è stato approvato con il voto favorevole di 32 Comuni (pari a 38 quote); 22 i contrari (24 quote) e due gli astenuti.
All’ordine del giorno dell’assemblea dei sindaci, che si è svolta nella sede di Confindustria – all’indomani dei sequestri eseguiti nella sede dell’Ato dalla Forestale – c’era la conferma dell’amministratore unico o l’eventuale nomina del nuovo, ma l’attuale amministratore, Vincenzo Di Baldassarre, non si è detto disponibile a proseguire.
A questo punto nella gestione, fino alla definizione delle procedure di rinnovo, subentra il collegio sindacale.
Nonostante la richiesta di 21 sindaci, Di Baldassarre ha detto di non essere disponibile a continuare, perché “questo fatto che ci sia un’attenzione riportata sulla gestione e sulla governance, cioè su quelle attività che in un’azienda dovrebbero essere assolutamente fluide, con un’attenzione legata anche alle modalità con cui perviene la nomina, mi costringe a fare un passo indietro anche per prendere le distanze da determinate situazioni che non mi convincono”.
“Una lezione di moralità”, ha commentato il sindaco di Chieti Umberto Di Primio nel corso dell’assemblea, “evidentemente ci sono uomini che non sono disposti a tutto per un incarico”.
In apertura dei lavori sia alcuni sindaci che il commissario giudiziale Guglielmo Lancasteri hanno sottolineato la necessità di procedere al rinnovo immediato della governance visto che l’Aca si trova in procedura concordataria e che un rinvio avrebbe comportato una vera e propria paralisi e messo a rischio il pagamento dei debiti accumulati durante le precedenti gestioni e anche l’abbattimento di 35 milioni della mole debitoria consentito dalla procedura concordataria. “Il rinvio”, ha ricordato il sindaco di Pianella Franco Marinelli, “lascerebbe la società senza governance e questo determinerebbe responsabilità penali a carico dei sindaci”.
L’assemblea ha assunto toni anche molto polemici con alcuni intervenuti che hanno denunciato pesanti interferenze. Il sindaco di Francavilla Antonio Luciani ha formalizzato la proposta di rinvio dell’assemblea per valutare il ritorno a un cda “agli stessi costi”.
Alla fine, dopo aver fatto verbalizzare la lettura del comma 3 articolo 5 della legge 293/1994 sulle responsabilità che si determinano in caso di vacanza gestionale, l’amministratore ha messo ai voti la proposta di rinvio presentata dal Comune di Francavilla e da altri 27 sindaci, che è stata accolta con 32 sì (equivalenti a 38 quote). I voti contrari sono stati 22 (equivalenti a 24 quote) e due gli astenuti.
A spiegare le ragioni del rinvio e della nomina di un cda è stato, tra gli altri, il sindaco di Pescara, Marco Alessandrini: “Un cda serve perché con il percorso di risanamento bisogna programmare investimenti per far sì che i Comuni non debbano sostituirsi all’Aca. La rete idrica non può essere un optional e il Comune di Pescara quest’anno si è sostituito all’Azienda: noi abbiamo trovato gli scarichi abusivi lungo il fiume, noi abbiamo evidenziato le rotture delle pompe di sollevamento. E’ necessario un salto di qualità. Bisogna raggiungere una situazione gestionale il più possibile efficiente. Aca deve essere un’azienda in grado di mettere piede nel terzo millennio”.
La nomina di un Cda, come spiegato dal consigliere regionale Camillo D’Alessandro, presente in qualità di “cittadino preoccupato”, non comporterà aumenti di spesa: “il Cda costerà quanto l’amministratore unico – ha sottolineato – ma ci sarà collegialità nell’assunzione delle decisioni importanti. Ci si è limitati a presentare come risultato un concordato, ma la maggioranza dei sindaci ha posto un altro tema: il funzionamento dell’Aca”.