Pescara. Il consigliere comunale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, interviene nuovamente sulla polemica filovia-Strada Parco. Acerbo dinanzi alla minaccia denuce da parte della Balfour Beatty, la ditta incaricata di realizzare i lavori, non può restare inerme e torna ad appellarsi alla volontà del “Patron” Russo, presidente GTM. “La notizia che la ditta appaltatrice avrebbe presentato una denuncia contro ignoti e che conseguentemente le forze dell’ordine dovranno prima o poi attivarsi non è una novità e per questo abbiamo chiesto fin dall’inizio del presidio che lo stesso Russo si avvalesse della facoltà di sospendere i lavori che gli deriva dall’articolo 9 del contratto”, dice Acerbo.
A detta di Acerbo, chiaro è che: se 10-100 o 1000 cittadini pescaresi subiranno conseguenze dalla loro partecipazione a una protesta civile e democratica la responsabilità sarà addebitabile a coloro che non hanno voluto procedere a una sospensione dei lavori indispensabile per intraprendere un confronto con la cittadinanza.
“Spero che prevalga il buonsenso e che Michele Russo e i suoi sponsor politici, cioè la maggioranza di centrodestra, abbiano un ripensamento, – sottolinea il consigliere-. Non è colpa dei cittadini se questa opera non è stata sottoposta alla procedura della Valutazione di Impatto Ambientale che prevede la partecipazione informata dei cittadini ai sensi delle direttive europee. Non è colpa dei cittadini se in Consiglio comunale non si è discusso il progetto”.
In una vicenda dove non sono chiare le responsabilità né del ceto politico di centrodestra, nè di quello di centrosinistra, si vuol forse oggi colpevolizzare chi chiede chiarezza.
E Acerbo chiede a Michele Russo di rivedere quel contratto che tra le tante clausole prevede proprio la sospensione lavori come facoltà “INSINDACABILE” da parte dell’impresa, senza comportare oneri alla GTM.
Il consigliere si appella dunque al Consiglio comunale di domani, affinchè si approvi la sua mozione, al fine di consentire alla cittadinanza pescarese di discutere le possibili alternative al progetto senza rischiare di finire in tribunale. “Sono sicuro che se si crea un clima di serena discussione sarà possibile trovare soluzioni positive nell’interesse della comunità. Non avvalersi dell’articolo 9 del contratto significa soltanto favorire l’impresa che potrà rivalersi nei confronti dei cittadini o della GTM per il fermo (tra l’altro immaginario visto che stanno lavorando sul lato di Montesilvano)”, conclude Acerbo.
Monica Coletti