Pescara. “L’ennesima uscita dell’assessore Eugenio Seccia sui misteri della casa Di Fulvio non è altro che un nuovo e triste capitolo dell’ossessione dell’attuale amministrazione di fare apparire inefficiente e addirittura demoniaca la precedente, spostando l’attenzione dal vero senso di un’azione amministrativa che invece dovrebbe avere come primo obiettivo la tutela dell’individuo”.
E’ la replica del consigliere comunale Enzo Del Vecchio (Pd) alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dall’assessore al Patrimonio relative all’utilizzo dell’immobile sotto sequestro.
“Se Seccia avesse chiesto ai suoi dirigenti prima di vagheggiare un noir metropolitano” aggiunge Del Vecchio “avrebbe scoperto che per continuare a coltivare l’impegno civico del figlio scomparso, la signora Annamaria Palozza, vedova Di Fulvio, aveva chiesto all’allora sindaco Luciano D’Alfonso di sostenerla nella complessa vicenda giudiziaria che la vedeva contrapposta ad una cooperativa che rivendicava la proprietà della casa in Via del Santuario, in modo da conferire a quell’immobile una finalità sociale affidandone l’uso proprio al Comune. In attesa che la complessa vicenda si definisse giudizialmente, se ne decise la gestione sociale, attraverso una precisa volontà delle parti che consentiva al Comune di Pescara di assumere atti deliberativi con cui l’Ente si dichiarava disponibile a custodire e gestire l’immobile per fini istituzionali secondo le aspettative della signora Palozza. In virtù di questo rapporto di amicizia e di rispetto, prima ancora che istituzionale, la passata Amministrazione ha custodito la casa, evitandone l’abbandono che invece oggi regna sovrano e ne ha consentito l’uso a prestigiose associazioni regionali e locali, oltre che all’esecutivo, proprio come deciso con la proprietaria. Seccia avrebbe potuto scoprire tutto questo attraverso la elementare lettura degli atti e dal confronto con i responsabili degli uffici comunali competenti, più che con l’indecorosa caccia ai fantasmi data in pasto alla stampa. Anzi, avrebbe potuto fare di più, esercitando il legittimo intendimento sul futuro di questo immobile, valutandone le eventuali criticità e, soprattutto, coinvolgendo direttamente la signora Palozza che, peraltro, nel 2005 perdeva anche il secondo marito Germano Pandolfi incaricato con lei dal Tribunale di Pescara della custodia di quella proprietà. Invece oltre a pittoresche minacce e ad una suspance paradossale, non abbiamo capito il progetto futuro del Comune sull’edificio. Tutto questo perché la febbrile ossessione del passato, ha reso anche in questo caso l’Amministrazione Mascia cieca e insensibile, interessata solo a farsi pubblicità con i proclami circa il futuro sgombero dei locali dalle associazioni ad oggi occupanti, più che a tutelare sentimenti, valori e ricordi di una madre, senza che questa fosse stata in alcun modo messa al corrente della nuova volontà amministrativa com’era accaduto invece in passato”.
Secondo Del Vecchio, infine, “ricorrere a falsi scoop o ventilare perennemente dissesti e buchi economici che non esistono, non è un buon modo per manifestare la buona azione amministrativa del centrodestra. E sinceramente non so se la giunta Mascia, con il braccio armato dell’Assessore Seccia, con questa ennesima caccia alle streghe abbia condizionato il suo appeal nei confronti della città che oggi più che mai è in grado di discernere i fatti dalle parole. Personalmente sono convinto che in questa circostanza Mascia &C abbiano solo offerto la più squallida faccia dell’incuria e dell’abbandono a cui sono state sin qui destinate le attività e le strutture cittadine. Mi auguro che, appresa la reale situazione di quanto sin qui emerso, il sindaco abbandoni la ridicola ribalta mediatica su questa storia e contatti la Signora Palozza per valutare insieme il destino di quell’immobile ciò che di buono e utile vi puo’ prendere vita all’interno”.
La replica dell’assessore Eugenio Seccia. Tra due giorni la giunta comunale di Pescara approverà la delibera di revoca dell’assegnazione dell’immobile Di Fulvio in via Del Santuario ai tre organismi che tra il 2004 e il 2005, su disposizione del precedente governo di centro-sinistra, hanno occupato quei locali. “Il provvedimento ha dichiarato l’assessore al Patrimonio Eugenio Seccia – è necessario perché è ormai evidente che quegli spazi non sono stati utilizzati per fini istituzionali, ma addirittura alcuni utenti hanno trasformato quel villino nella propria residenza privata. Nel frattempo è emerso anche che, in seguito alla conclusione del procedimento penale aperto nel 2003 e chiuso con una sentenza lo scorso 21 luglio 2010, è stato sancito il dissequestro dell’immobile e quindi la sua restituzione al legittimo proprietario, ossia il Centro di Educazione e Formazione San Giorgio Piccola Cooperativa sociale, fondata dallo stesso Di Fulvio prima della sua prematura scomparsa. Il Comune non è dunque proprietario del fabbricato che, a maggior ragione, dovremo sgomberare. Nell’attesa definiremo, attraverso una determina dirigenziale, anche il problema delle utenze e dei consumi registrati dal 2004 a oggi e mai pagati dalla precedente amministrazione comunale, a partire dai 3mila euro di consumi idrici”. Questa mattina si è tenuta un vertice convocato dal Direttore generale Stefano Ilari alla presenza dell’assessore al Patrimonio del Comune di Pescara Eugenio Seccia dell’Avvocatura comunale, del dirigente-custode amministrativo del villino di via del Santuario e del consigliere Antonio Sabatini, Presidente della Commissione Commercio.