Pescara. È passato più di un anno dal 19 giugno 2009, quando Guerino Testa si insediò a Palazzo dei Marmi. Questa mattina, all’auditorium Petruzzi, è stata festeggiata la prima candelina dell’Amministrazione della ‘Provincia Utile’ e della sua Giunta.
Atmosfera delle grandi occasioni: presenti molti dei 46 sindaci del pescarese, vari componenti delle amministrazioni comunali, provinciali e regionale, affiancati da qualche Senatore. Sul palco il sindaco di casa, Luigi Albore Mascia, il Presidente della Camera di commercio di Pescara Daniele Becci e il Presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano: uniti nel complimentarsi con Guerino Testa, per il suo primo anno al timone della Provincia. Un trittico politico unito anche dall’appartenenza partitica.
Una cordata che ha contraddistinto l’operato di Testa, e per questo si è congratulato il Presidente Pagano: “Ottimo è stato il lavoro di collaborazione che ha saputo mettere in atto con le amministrazioni locali e con la Regione: in momenti di difficoltà economica come questo, gli Enti locali sono quelli che soffrono di più le problematiche ed è richiesto agli amministratori un surplus di responsabilità e competenze, oltre che una sobrietà per collegare il territorio con chi lo rappresenta. Bravo è stato Testa a dimostrarla e a mostrare l’utilità del ruolo della Provincia per la qualità di vita dei cittadini”. Sinergia amministrativa rimarcata anche dal sindaco Albore Mascia: “un obiettivo fissato e centrato, per l’interesse della collettività”, ha dichiarato, lasciandosi andare ad un’intimistica digressione sull’amicizia personale con il dirimpettaio di piazza Italia: “un amico fraterno, con il quale abbiamo condiviso i banchi dell’opposizione in comune, la corsa alla candidatura a sindaco, per poi intensificare maggiormente i rapporti all’inizio delle nostre deleghe. Questo è il giorno in cui tiriamo le somme: gli obiettivi sono stati centrati, ad maiora per i prossimi quattro anni, Guerino”, ha concluso. Si sforza di uscire fuori dal coro, invece, Daniele Becci. Non prima di complimentarsi con Testa, però, mentre tira un po’ d’acqua al suo mulino: “Testa è stato bravo a vincere il duello alla Provincia contro una dei nostri, una tosta di Confindustria, e non è impresa facile”, dichiara mentre strappa un applauso alla folla per Antonella Allegrino seduta tra il pubblico. Critica, dicevamo, quel: “sistema-paese che non va, che produce poco e male, al quale l’economia richiede maggiore efficienza nell’apparato pubblico”, dichiara tirandoci inevitabilmente dentro anche la Provincia: guastafeste o invitato scomodo? Molto probabilmente più un appello di categoria che un attacco personale.
È la sua festa, e gli applausi se li becca tutti Testa quando sale sul pulpito a decantare gli atti portati a termine in quello che lui stesso definisce un anno di luci e ombre. Le luci partono dagli slogan elettorali; uno recitava ‘46 interessi comuni’ e Testa si compiace della: “fase di collaborazione, concertazione e ascolto fatta con tutti i 46 sindaci della provincia”. L’altro campeggia sul pannello alle sue spalle e parla di ‘Provincia Utile’: “un Utilità declinata alla perfezione”, sottolinea con soddisfazione, “quando quasi in solitudine abbiamo intrapreso la battaglia contro il pedaggio dell’asse attrezzato; una battaglia fatta anche contro il nostro governo, ma un doveroso e concreto atto per la tutela dell’interesse dei cittadini”. Non si prende certamente tutti i meriti, ma ringrazia la sua macchina amministrativa, fondata su quattro pilastri: Presidente, Giunta, Consiglio e dirigenti. Luci rese fioche da una mancanza di risorse, ma che puntano lontano, come il Piano triennale per le opere pubbliche da 110 milioni di euro: viabilità ed edilizia scolastica i punti più curati dalla Giunta Testa. Poi via, in lungo e in largo per il territorio provinciale, ad elencare quanto di fatto nei primi 365 e rotti giorni: lavoro e formazione, politiche sociali e comunitarie, sviluppo, impresa, scuola e cultura, promozione turistica, sanità e, non per ultimo, terremoto. “Risultati lusinghieri, viste le risorse economiche disponibili, e senza quelle oggi fare politica e fronteggiare le richieste è difficile. Alla poca disponibilità economica si aggiunge un’eredità di riverberi negativi, frutto di decisioni passate”, spiega Testa mentre saluta e discolpa il suo predecessore De Dominicis, “1,5 milioni di euro di contenzioso e 1 milione di debito fuori bilancio. Oltretutto le decisioni di Tremonti non ci aiutano di certo”.
Ma non accampa scuse il Presidente e ammette anche le ombre che aleggiano sul suo operato, concludendo il suo intervento: “Sono contento delle luci, ma le ombre ci sono e chi vuole fare politica in modo moderno deve ammetterlo”. Tre su tutte: Stella Maris, istituto alberghiero e la situazione dei precari della Provincia. Sul complesso architettonico rassicura: “l’incompiuta finalmente vedrà prima di settembre una nuova vocazione, sarà emesso un bando e intensificati i lavori. Mi spiace, però, che pochi sono stati i professionisti desiderosi di partecipare, nonostante il nostro invito”. Per l’istituto alberghiero ammette un’inversione di marcia: “L’idea originaria era la creazione di un polo tutto nuovo, ma era necessario un investimento di 15-20 milioni di euro, che non potevamo permetterci. Abbiamo optato, quindi, per l’allocazione presso una scuola già esistente, e a settembre renderemo pubblica la decisione”. Sulla situazione dei precari è costretto ad una dichiarazione rammaricata e inconcludente: “La stabilizzazione dei precari è uno dei nostri obiettivi”, afferma rivolgendosi ad una ventina di questi schierati in protesta pacifica in sala, “ma ora le disponibilità economiche non ce lo concedono. Se in futuro ci saranno le risorse, questa nostra volontà sarà spalmata su più esercizi possibili”.
Daniele Galli