Pescara. Mancano poco più di 15 giorni al 2 giugno, 64 anni da una data che segnò una svolta radicale per la storia italiana: il 61,4% della popolazione venne chiamato alle urne e 12.717 italiani scelsero per rivoluzionare il sistema di governo in atto, dall’allora vigente monarchia i cittadini virarono per la Repubblica; fu così che l’Italia si trasformò in una Repubblica parlamentare.
E nell’attesa di rendere omaggio ad un giorno di festa, che si ricorda in egual modo in tutto il Paese, tornano a farsi strada polemiche e controversie legate proprio all’identificazione politica. Avvertimenti che arrivano dal “Collettivo Autonomo per la Rifondazione Comunista”, i rossi non hanno paura ad esprimere le proprie opinioni e lo fanno condannando diverse forze dichiaratamente naziste e fasciste che avrebbero iniziato a porre le proprie basi nella provincia di Pescara.
“Nel mese di aprile e maggio, idee vecchie, slogan sempre uguali, un misto di nazional-socialismo e populismo che non risponde alla precarietà dilagante,che non impensierisce certo le banche, ma fomenta razzismo e odio,alimentando guerre fra poveri per annullare il conflitto sociale e la solidarietà, sono tornati a risuonare più che mai”.
Ma il Collettivo non si scaglia su movimenti come Casapound Pescara o Giallo&Nero, ma l’accusa è esplicitamente mirata a ForzaNuova e ad uno dei suoi principali rappresentanti, Marco Forconi. Considerevole la preoccupazione generata dal movimento che farebbe capo a “idee nazifasciste”, un discorso ben diverso per loro: “iniziative bersaglio del potere capeggiate in primis da un soggetto indagato per odio razziale ed al centro di tutta una serie di deliranti provocazioni, rigurgiti del ventennio che si proclamano avversari delle banche,ma sono solo utili fantocci ad uso del potere”.
Il timore più grande per il collettivo, sarebbe però rappresentato dalla sinistra ufficiale pescarese, che addirittura tollera tali comportamenti generando relative “convivenze o compiacenze delle istituzioni”. “I politici, troppo presi da temi ambientalisti, sicuramente importanti, sono ciechi o silenziosi di fronte al ritorno in grande stile dei fascisti” dichiarano i rappresentanti. E se bloccarli in piazza sarebbe controproducente in quanto gli darebbe solo la visibilità che cercano, allora, i rappresentanti del collettivo, per smascherare le attività reazionarie, propongono la “stesura di un nuovo manifesto antirazzista ed antifascista che possa essere esteso anche alle altre realtà che soffrono la presenza di tali individui”.
Monica Coletti