Pescara. Il 10 luglio 1943 gli Alleati sbarcavano in Sicilia al comando del generale George Patton. Era l’inizio della liberazione d’Italia, o come disse il generale Eisenhower, si stava per “ristorare l’Italia come nazione libera”. Ma la reale svolta tardò un po’ ad arrivare, passarono due anni fino a che il 25 aprile 1945, l’insurrezione armata proclamata dal Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia consentì di prendere il controllo di quasi tutte le città del nord del paese cacciando l’invasore nazista e provocando la caduta regime dittatoriale fascista.
Da allora questo giorno è passato alla storia, ogni 25 aprile L’Italia ricorda i suoi morti, quei caduti che hanno lottato per riappropriarsi del proprio paese. Forza Nuova, però, non pare gradire il valore morale di questo giorno e chiede così che il 25 aprile si torni a lavorare. Come già annunciato, sabato dalle 16.00 alle 18.00, il movimento terrà un volantinaggio per le vie del centro cittadino pescarese per protestare contro una ricorrenza che non avrebbe più senso e logica.
Indignato il gruppo di Rifondazione comunista che chiede alle istituzioni il blocco della manifestazione, additata come ‘una banale scenata provocatoria’. “Il 25 aprile deve poter svolgersi in maniera pacifica e libera evitando militarizzazioni inutili e tensioni che Pescara, medaglia d’oro al valor civile, non ha proprio il bisogno di avvertire – dicono i membri di Rifondazione -. Sarebbe bene ricordare che alcuni componenti di questa banda si sono già macchiati in passato di criminali comunicati contro immigrati ed altri compagni antifascisti, soprattutto del teramano, e che mai nessun provvedimento è stato adottato nei loro confronti. I governi socialdemocratici e liberali, colpevoli di aver sdoganato questi frammenti neonazisti e neofascisti, non hanno mai voluto contrastare il risorgere ed il rigurgito di tali forze extraparlamentari, addirittura favorendone la crescita, elevando la xenofobia ed il razzismo a principi super-costituzionali”.
Una liberazione, quella pescarese, che saprà più di presa d’assalto.
Monica Coletti