L’Aquila. Una condanna e due assoluzioni: queste le richieste che il pubblico ministero della Procura della Repubblica dell’Aquila, Fabio Picuti, ha avanzato nel primo pomeriggio, al giudice del Tribunale, Giuseppe Romano Gargarella, al termine della lunga requisitoria nell’ambito del processo per il crollo della palazzina di via generale Francesco Rossi, dove a causa del terremoto di tre anni fa, morirono 17 persone.
Con le accuse di omicidio colposo, lesioni e disastro colposo, la Procura ha chiesto la condanna a quattro anni di reclusione per l’ingegnere aquilano Diego De Angelis, che fu direttore dei lavori e amministratore del condominio. Nel crollo della palazzina, l’ingegnere ha perso anche uno dei figli. Chiesta invece l’assoluzione per Davide De Angelis, collaudatore, e per il titolare dell’impresa che 12 anni fa svolse alcuni lavori di restauro, Angelo Esposito. Nella sua requisitoria il pm si è molto soffermato sulle risultanze della super-consulenza redatta dai docenti universitari ed ingegneri, Ezio Giuliani ed Enzo Siviero, entrambi di 46 anni, il primo di Padova, docente presso la Facolta di architettura di Venezia, il secondo di Chiavenna Sotto (Brescia) e docente sempre presso la Facoltà di architettura di Brescia. Il pm ha lungamente evidenziato da parte del De Angelis la violazione di normative vigenti nel 2000, anche antisismiche, e il mancato depositato nelle sedi opportune, dei progetti relativi alla realizzazione di un nuovo tetto che avrebbe influito, insieme ad altre concause, nel crollo della palazzina. La prossima udienza è stata fissata il 18 ottobre. In quella data sono in programma le repliche degli avvocati difensori dei tre imputati e, se i tempi saranno celeri, non è escluso possa essere già pronunciata la sentenza, che rappresenterebbe la prima in assoluto nell’ambito della maxi-inchiesta sui crolli degli edifici pubblici e privati aperta dalla Procura della Repubblica dopo i tragici accadimenti legati al terremoto del 6 aprile del 2009.