Chieti. “Leggiamo che Amazon apre un centro di distribuzione a San Salvo e promette l’assunzione di 1000 i nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato entro i primi tre anni.
Buona notizia? Certamente buona per Amazon, che incrementerà ulteriormente i suoi profitti. Assolutamente cattiva per tutte le aziende che chiuderanno.
Così come le notizie su internet stanno facendo chiudere giornali ed edicole (più della metà in poco tempo), allo steso modo Amazon sta facendo chiudere molte e diverse aziende, a partire dalle librerie. Mille posti creati da Amazon (per adesso promessi) significa molti più posti distrutti.
L’innovazione tecnologica e la disponibilità di immensi capitali rende Amazon padrona assoluta della logistica. Possiamo forse fermare l’innovazione? Possiamo forse limitare il mercato?
Se alla prima domanda si può rispondere di no, alla seconda, prima di rispondere bisogna fermarsi e riflettere. Chi ha più soldi investe di più in tecnologia ed automazione; chi investe di più fa più soldi. Amazon investendo e reinvestendo è divenuta una potenza economica mondiale. Possiamo accettare che continui ad ingrandirsi ed a dettare legge? Già oggi Amazon può fissare i prezzi dei libri da vendere e quali libri vendere. Ci sta bene? Noi pensiamo che occorre porre limiti all’arricchimento. Chi è troppo ricco diventa troppo potente, e distrugge tutti i concorrenti. Chi è troppo ricco corrompe la politica, detta le leggi ai Governi.
Zuckemberg, al termine del suo mandato presidenziale, ha proibito a Trump di utilizzare Facebook. Possiamo accettare che un privato tolga la parola al presidente degli Stati Uniti?
Il Governatore Marsilio si rallegra per i posti di lavoro (che imporranno ritmi disumani) creati da Amazon. A noi preoccupa quelli che distruggerà. A noi preoccupa lo strapotere di questa multinazionale che decide chi e come può vendere ed a quale prezzo.
Non sempre “il progresso” porta benefici a tutti. Il vantaggio di pochi, spesso è pagato dalla miseria di molti. I polacchi si rallegrano che la Sevel crea posti di lavoro in Polonia, gli abruzzesi si rallegrano molto meno.
Possono 1000 nuovi posti da magazziniere compensare quelli persi dai lavoratori qualificati di SEVEL, DENSO, RIELLO, …? Noi pensiamo di no.
L’algebra di Marsilio non tiene conto della qualità della vita dei lavoratori e del dissolvimento delle professionalità. Il Governatore garantisca un posto di rilievo assoluto per l’Abruzzo nella ripartizione dei fondi PNRR altrimenti, la nostra Regione, diventerà solo un serbatoio di manodopera di basso profilo per imprenditori predatori, stranieri ed italianissimi”. Si legge così in una nota di Michele Marino, vicecoordinatore della provincia di Chieti, e Gennaro Garofalo, segretario del Circolo di Chieti di Sinistra Italiana.