Chieti. I coordinatori di Italexit Abruzzo si sono riuniti stamane sotto la direzione del commissario regionale, dott. Massimo Pietrangeli, per definire l’organizzazione e delineare le prospettive in attesa dei futuri impegni, anche quelli elettorali. Di seguito si è tenuta al Gran Caffè Vittoria di Chieti una conferenza stampa, aperta anche ai simpatizzanti, per illustrare il nuovo coordinamento regionale del partito di Gianluigi Paragone.
Pietrangeli ha illustrato gli obiettivi a breve e medio termine individuati nella riunione chietina. In primi luogo la ristrutturazione, già in corso, del partito su scala nazionale e di conseguenza anche sui territori. Da qui l’idea di formalizzare i quattro coordinamenti provinciali: Chieti, L’Aquila, Pescara e Teramo.
I membri del coordinamento regionale formano una squadra di tutto rispetto, dove spiccano imprenditori e professionisti. Per Chieti il coordinatore è Andrea Di Ciano, per l’Aquila Carlo Congiu, per Pescara Eliseo Bernabei e per Teramo Piero Fioretti. Il coordinatore per l’area metropolitana pescarese (Pescara, Montesilvano e Spoltore) è Marius Creati; Lorenzo Valloreja è il responsabile per la zona Vestina, mentre Francesco Terra è titolare dell’Area legale e per i rapporti con enti e istituzioni. A capo della segreteria organizzativa regionale è Mirella Di Carlo, addetto stampa è Francesco Blasi. Il commissario regionale ha annunciato ulteriori nomine da individuare tra gli iscritti che si sono dichiarati disponibili a ricoprire incarichi. Numerosi sono comunque gli iscritti che hanno manifestato la volontà di restare semplici sostenitori del partito. «Vecchi e nuovi tesserati – ha sottolineato Pietrangeli – rappresentano la forza di un partito in pieno rinnovamento anche in Abruzzo».
Invariata, è stato detto nella conferenza stampa, rimane la linea politica nazionale, dove spicca una agenda economica e sociale tarata sull’indipendenza da questa Unione Europea, che rappresenta un grosso problema per gli Italiani. L’obiettivo è la sovranità monetaria e quindi economica in un contesto di indipendenza nazionale: tra gli effetti concreti vi sarebbe una una decisa diminuzione delle tasse in seguito alla caduta degli onerosi adempimenti a favore dell’unione. La Commissione Europea, è stato più volte ribadito nella conferenza stampa, impone un regime di austerità che per gli italiani si traduce in una insostenibile pressione fiscale unita a riforme da macelleria sociale; si vedano per esempio le (pseudo)riforme “green”, in realtà attacchi alla casa di proprietà e alla mobilità con veicoli di proprietà.
La gabbia europea va relegata nel passato, se l’Italia intende davvero rilanciare il potere d’acquisto delle famiglie italiane, per esempio agli standard degli anni Ottanta e Novanta. Di fatto l’Unione europea non riesce a controllare l’inflazione galoppante, oggi al picco del 10 per cento, con la variabile impazzita di una prospettiva di diretto coinvolgimento italiano nella guerra, che non ci appartiene, contro la Russia. Per questo anche Per l’Italia con Paragone d’Abruzzo ha ribadito stamattina il suo no a fondi italiani a favore dell’Ucraina per la guerra. Altri capisaldi sono la lotta al precariato occupazionale, la sburocratizzazione a favore delle imprese che producono lavoro e ricchezza (anche per ridare dignità ai contratti a tempo indeterminato e svoltare verso l’aumento non episodico degli stipendi), il ripristino della sanità pubblica, la sicurezza e la lotta contro l’immigrazione irregolare, la verità sui danni collaterali da vaccino, la tutela della casa, la tutela dei pensionati e dei disabili.
In ambito regionale i riflettori sono puntati sulle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio regionale. Il partito di Gianluigi Paragone, è stato detto nel corso dell’incontro con la stampa, si attesta oggi al 2,5 per cento dei consensi secondo una media dei sondaggi svolti di recente dalle agenzie di rilievi demoscopici; la tendenza viene segnalata peraltro in decisa scalata.
In chiusura di incontro è stato lanciato un appello «a tutti coloro che non si riconoscono in quei partiti in rigida continuità con l’agenda europeista che impone solo tasse; siamo fortemente convinti che il nostro partito non solo raddoppierà a stretto giro il consenso, ma diventerà un punto di riferimento per milioni di italiani».