Chieti. Sulla questione della Tua che sta interessando il distretto di Chieti, è tornato ad esprimersi il proprietario dello stabile, l’avvocato l’avvocato Federico Gallucci, che ha scritto al Sottosegretario alla Presidenza della Regione, Roberto D’Annuntiis.
Così si legge nella missiva: “Faccio seguito all’incontro precedentemente avuto alla presenza dell’assessore al comune di Chieti avv. Carla Di Biase ed in esito al quale non ho ancora ricevuto alcun fattivo riscontro, per tornare ad evidenziare, con rinnovato vigore, alla Sua cortese attenzione istituzionale la delicata vicenda che ci occupa.
Giova, preliminarmente, precisare che lo scrivente verga la presente istanza sia come persona informata dei fatti per essere il distretto Tua di Chieti di proprietà familiare ma sia, anche e soprattutto, quale cittadino della repubblica portatore, come tutti del resto, dell’interesse legittimo alla tutela del principio costituzionalmente garantito (art.97 Cost.) della imparzialità e del buon andamento della P.A.
Riepilogando, ora i fatti che ci occupano: nel mese di luglio il presidente di TUA spa, Gianfranco Giuliante, assume la immotivata decisione di formalizzare la disdetta del contratto di locazione in essere -durato per circa quaranta anni- con il distretto di TUA spa di via dei Peligni di Chieti, _uno dei più grandi ed organizzati della Regione_.
Per giustificare tale decisione Giuliante dichiarava pubblicamente …” _c’è pericolo derivante dalla presenza di amianto nella copertura del sito……amianto inscatolato soltanto parzialmente”… dichiarazioni rafforzate da altre ancor più gravi, allarmistiche ed infondate rilasciate anche dalla componente del Cda avvocato Annalisa Bucci, la quale dichiarava che….il cda appena insediato è stato messo davanti alla urgente ed improcrastinabile necessità di tutelare i lavoratori e la loro salute che non poteva più essere messa a rischio dalla presenza di amianto…in una proprietà di terzi che non provvedevano all’adeguamento”._
Successivamente, e sempre pubblicamente, si accampava la ulteriore giustificazione degli eccesivi costi di conduzione e si paventava la possibilità di un trasferimento a Pescara.
Al contrario: l’intera copertura di eternit del sito -parliamo di una struttura realizzata oltre 50 anni fa- è stata sin dal lontano 1996 reglarmente bonificata, a perfetta regola d’arte ed a cura e spese esclusive della proprietà, seguendo la PROCEDURA DI INSCATOLAMENTO totale prevista per i siti di notevole estensione dal famoso DM 29.07.1994 esplicativo delle procedure previste dalla L.27.03.1992 relativa alla cessazione dell’impiego di amianto; la proprietà, per ulteriore diligente scrupolo, ha fatto eseguire, immediatamente dopo le dichiarazioni rilasciate da Giuliante e dalla Bucci, sempre a proprie spese, dettagliate analisi ambientali da due laboratori specializzati i quali, all’unisono, hanno attestato la mancanza di polveri o fibre DI AMIANTO nel sito; e dichiarazioni rilasciate circa il pericolo di amianto in un sito costituito da due capannoni di circa 1700 mq ubicati all’interno della città e circondati da numerosi palazzi, se fosse vera, andrebbe riguardata sotto il delicato profilo di un potenziale pericolo per la salute pubblica e per la salute delle maestranze che operano nel distretto, ma vera non è dalchè si è innescato un inutile “allarme sociale” ed un ancor più inutile ed ingeneroso “svilimento” del valore commerciale del sito e della immagine pubblica del suo proprietario; un eventuale spostamento del distretto della TUA da Chieti danneggerebbe il capoluogo di Provincia che si vedrebbe ulteriormente ed immotivatamente svuotato da un’altra importante struttura produttive di servizi; un eventuale trasferimento del distretto a Pescara contribuirebbe ad aumentare significativamente costi evitabili, in ragione di quelli aggiuntivi di carburante dovuti alla necessaria rimodulazione delle corse e ad alimentare un dannoso impatto ambientale ai danni della città più grande d’Abruzzo in termini di inquinamento perché lo spostamento della flotta di AUTOBUS (il distretto di Chieti ne ha assegnati circa 70) a Pescara inciderebbe in misura rilevantissima in termini di immissioni nocive, il tutto senza contare il disagio per i lavoratori che oggi operano nel distretto; il mantenimento QUARANTENNALE del distretto di TUA nel sito di via dei Peligni si è mantenuto grazie alla diligente comparazione dei costi-benefici costantemente eseguita dai CDA che si sono nei decenni succeduti e che hanno sempre ritenuto conveniente per l’azienda la persistenza in essere nel sito in ragione della disponibilità economica che sempre il proprietario ha accordato all’azienda facendosi carico di numerosissimi e costosissimi interventi strutturali finalizzati alla miglior fruibilità dell’immobile e facendosi carico di altrettanto numerosi e costosi interventi di manutenzione non dovuta. Disponibilità manifestata anche nel corso dell’ultima gestione, laddove su semplice richiesta del Presidente D’Amico è stata accordata una riduzione del canone di locazione -già di gran lunga sottostimato rispetto al reale valore dell’immobile- del 20%. Da quando è iniziata la vicenda, la proprietà ha notificato -VIA PEC- all’azienda Tua una serie di formali missive nelle quali, nel riconfermare la massima disponibilità a ridurre ancora e notevolmente il canone di locazione ovvero a realizzare a proprie spese ulteriori opere volte ad una miglior fruizione logistica del sito, ha anche e soprattutto chiesto un incontro istituzionale volto ad instaurare un proficuo contraddittorio finalizzato a trovare una bonaria composizione che scongiurasse il contenzioso, ma ad oggi, Onorevole, tali richieste non sono state degnate di nessun riscontro, neppure di semplice cortesia.
Da ultimo, l’azienda, nell’evidente tentativo di placare la polemica conseguita a tale scelta “cervellotica” ha emanato un “avviso pubblico di manifestazione di interesse per il reperimento di altro sito nel territorio comunale di Chieti”.
Orbene, il bando, che Ella certamente avrà letto, si espone a diverse censure laddove: trattasi di evidenza pubblica meramente ricognitiva che lascia salva all’azienda la facoltà di non aggiudicare a chi dovesse essere in possesso di tutti i requisiti richiesti; prescrive una anomala condizione di localizzazione forzata (5 km in linea d’aria dalla stazione; indica un cronoprogramma per adeguamento di siti non a norma con durate sino al 17 ottobre 2020; prescrive una serie di requisiti tecnici che il distretto attualmente in essere ha già; indica come data di scadenza quella del 15 novembre.
Le rappresento, di contro, che la disdetta del sito notificata al proprietario parte dal 31 gennaio e quindi una preventiva aggiudicazione al potenziale vincitore dell’avviso comporterebbe il pagamento contemporaneo di due canoni di locazione e che, cosa ancor più singolare, mentre viene richiesto un nuovo sito a Chieti, contemporaneamente vengono notificati ordini di servizio che prevedono lo smobilizzo verso Pescara entro il 18 novembre!!
In conclusione: lo sbandierato pericolo dell’amianto non c’è, la gravosità dei costi di conduzione non c’è, l’attività di smantellamento verso Pescara è già in fase avanzata tant’è che sono già pubblicamente insorti i sindacati, l’avviso pubblico non vincola alla permanenza a Chieti ed appare viziato e potenzialmente annullabile, le dichiarazioni pubbliche fatte dai vertici TUA hanno comportato un gravissimo svilimento commerciale del valore del sito che unitamente alla nullità del recesso ed alle spese di remissione in pristino stato del sito espongono la regione ad un potenziale significativo contezioso in termini risarcitori…… allo stato non vi è NESSUNA ragione chiara, trasparente, oggettiva, tecnicamente razionale e compatibile con la “compliance” aziendale, economicamente vantaggiosa per la PA, che appare legittimare la scelta del presidente di TUA, il quale, peraltro, sino ad oggi si è sempre sottratto ad ogni confronto!!
La rappresentata situazione non può prescindere da una illuminata e pubblica presa di posizione da parte di chi oggi, istituzionalmente e politicamente, risponde al popolo abruzzese della scelta del vertice aziendale dell’ente strumentale più importante della Regione, con conseguente potere dovere di esercitare su di esso vertice un potere di vigilanza e di controllo circa la rispondenza dell’attività esercitata ai canoni di imparzialità, di buon andamento, di razionalità ed efficienza, di economicità. Tanto Le rappresento per ogni e più opportuna conseguente iniziativa”.