“Più che puntare il dito contro chi ha governato prima, spieghi perché è stato zitto, mentre chi governa oggi sfasciava la sanità della città cui si gloria di appartenere”
Chieti. “Più che il solito dito puntato sulla precedente gestione della sanità regionale e di Chieti, ci saremmo aspettati una risposta e l’enumerazione di tutte le iniziative che l’ex assessore Mauro Febbo, da teatino, ha messo in campo per evitare l’attuale sfascio, soprattutto con riferimento al S.S. Annunziata, ma invece non è successo e ciò che leggiamo è la solita, infantile, replica alla presa di posizione del capogruppo Pd in Regione, Silvio Paolucci, con l’ennesimo tentativo di screditare persone e azioni”, così la consigliera comunale del Partito Democratico di Chieti Barbara Di Roberto.
“In risposta alle fondate preoccupazioni sulla gestione sanitaria e sull’organizzazione delle prestazioni ospedaliere, da più parti e da mesi sollevate, Febbo ripropone la solita cantilena di responsabilità, e colpe verso gli ex. Nulla dice sul suo lungo silenzio in due anni di disastrosa gestione sanitaria Marsilio-Verì-Schael per la città di Chieti, per la quale invece si era prevista e programmata un DEA di II livello che giace ormai nel dimenticatoio. Solo invettive produce Febbo, dirette a un Governo regionale, quello di centrosinistra e all’assessore regionale Paolucci, che invece hanno portato la Sanità abruzzese e quella teatina fuori da Commissariamento e i Livelli Essenziali di Assistenza sul parametro di +57 in soli quattro anni, a fronte di un 152 sotto l’adempienza della precedente legislatura di centrodestra.
Nessuno ignora che la pandemia ha portato a una generale e urgente riorganizzazione di reparti ospedalieri, né si sminuisce il lavoro prestato da tutto il personale medico-sanitario e quanto è stato necessario fare per fronteggiare una situazione critica e pericolosa come quella da contagi Covid-19. Del pari, però, è impensabile utilizzare a pretesto quanto accade per tacere e mascherare le decisioni che la Giunta Marsilio ha riservato a Chieti.
A tale proposito ci chiediamo dove fosse il consigliere Febbo quando nel marzo scorso la Asl teatina impiegava sino a 20 giorni per comunicare gli esiti dei tamponi; quando, in piena emergenza il personale medico, soprattutto di medicina di base, veniva lasciato sprovvisto di Dpi; quando Chieti veniva privata di un distretto sanitario senza aver preventivamente individuato un luogo alternativo; quando i vaccini in età pediatrica sono venuti a mancare, come quelli influenzali. Ma soprattutto cosa ha fatto per impedire che la Giunta Marsilio tagliasse i 30 milioni di euro già stanziati per l’ospedale di Chieti, utilizzati per stessa ammissione dell’Assessora Verì, per ripianare i debiti sulla sanità contratti in un solo anno di gestione centrodestra. Non lo abbiamo visto spendere una sola parola per i pazienti oncologici che fanno file all’aperto per avvalersi di una Pet mobile; e in occasione della repentina apertura del Covid Hospital di Pescara, chissà cosa avrà provato lui, strenuo difensore del proprio campanile per 10 anni e più, nel sentire Marsilio, Sospiri e Verì, dichiarare che quello sarebbe stato il punto di riferimento ospedaliero regionale anche dopo la pandemia. Questo e tanto altro si dovrebbe chiedere oggi al consigliere che sempre si fa paladino della sanità teatina, ma che mai ha portato né l’Assessore alla sanità né il Manager Asl a conferire con l’amministrazione e con la cittadinanza di Chieti, un ruolo che invece l’assessore Paolucci in più circostanze, istituzionali e non, non mai ha evitato di assolvere.
Però sappiano esattamente dov’era Febbo quando ha firmato la Delibera che ha dislocato la centrale del 118 all’aeroporto d’Abruzzo, e ci si chiede quindi perché contesti ancora una decisione da egli stesso confermata. E anche quando ha firmato il DEFR 2020, che certifica il buon risultato della precedente legislazione regionale in materia sanitaria, di contro alle sue pretestuose accuse di debiti per 200 milioni di Euro sbandierati a mezzo stampa. Chissà con quale dignità Febbo si vanta dell’abbandono del progetto di un nuovo, più moderno e funzionale, ospedale a servizio della città e della regione! Quello che definisce faraonico, ma che di fatto sarebbe servito a risollevare la nostra sanità, anziché cedere il passo a obiettivi che sviliscono il nostro patrimonio e le eccellenze e, soprattutto, non ci coinvolgono. Non tiri in ballo, Febbo, nelle sue polemiche il neo Sindaco di Chieti e, soprattutto, non dimentichi mai che Diego Ferrara è uno scrupoloso, stimato, attento e competente medico di base, ruolo che gli conferisce più di altri cognizione di sanità e delle difficoltà degli assistiti e dei cittadini di Chieti.
Piuttosto, se davvero l’oggi capogruppo azzurro, ha cuore la sua città e la nostra sanità, agevolasse l’insediamento della conferenza dei sindaci in seno alla Asl teatina e la costituzione del Comitato ristretto dei Sindaci, giacché proprio la sua Chieti non ha rappresentanza e voce in quello che è uno dei più importanti organi di indirizzo e controllo in materia sanitaria”.