Chieti. “Strana città Chieti. Una città che sembra non risentire minimamente del tempo che passa e sopratutto delle evoluzioni politiche che si sono succedute negli ultimi venti anni”.
Così in una nota la Direzione Femminile del partito Giustizia Sociale.
“Se dal 1993, da dopo tangentopoli – prosegue la nota – la politica italiana ha subito diversi importanti processi di trasformazione segnando profondi cambiamenti con alterni protagonisti che, nel bene o nel male, ne hanno fatto la storia, quella cittadina, al contrario, non è riuscita a proporre che un’unica alternanza: Di Primio-Febbo, Febbo-Di Primio. Aprendo il giornale Il Centro di oggi nella pagina di Chieti ai più è sembrato di rivedere una foto di ventun anni fa quando Di Primio era il vicesindaco di Cucullo e Febbo era Assessore alle Finanze e si beccavamo per chi doveva essere la prima donna in città. All’epoca Di Primio pareva avere qualche gradimento in più tanto che Cucullo lo nominò suo secondo. Oggi è Febbo che si prende la rivincita bacchettando l’attuale Primo Cittadino rivendicando la sua supremazia politica in città puntando il dito contro con il dictat “Le primarie si fanno con o senza di te”. Senza addentrarci nel merito di questioni politiche riguardanti altri partiti, non possiamo non osservare che la città è ancora prigioniera del dualismo dei “soliti noti” mentre sarebbe opportuno e necessario un rinnovamento per ridare fiducia e speranza alla nostra comunità. Evidentemente oltre al PD, che attraverso le dichiarazioni della Dirigente Provinciale, Chiara Zappalorto, ha confermato di voler continuare con la logica della vecchia politica ricandidano a Palazzo D’Achille i consiglieri comunali uscenti con oltre dieci anni di attività istituzionale, anche dal centro-destra l’elettroencefalogramma del rinnovamento appare piatto… anzi, a dirla tutta, piattissimo!”.
Ognuno – conclude la nota – chiaramente nel suo partito è libero di agire come meglio crede ma per forma di rispetto nei confronti dei giovani e dei volti nuovi che vorrebbero avvicinarsi alla politica, sarebbe opportuno che la finissero di propagandare un rinnovamento che sanno già in partenza che, con il loro modo di fare, non ci sarà mai!”.