Pescara. I gruppi locali di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega hanno allestito, dalle 7:30 di questa mattina, un presidio di protesta nei pressi del tunnel della stazione centrale, dove l’amministrazione comunale ha avviato il progetto per la realizzazione del mercatino etnico.
La protesta è stata organizzata celermente nella serata di ieri, quando Marco Forconi (FdI), ha lanciato un appello via social, annunciando che “in maniera furtiva, la giunta Alessandrini darà il via ai lavori per la realizzazione dell’opera più vergognosa, inutile e razzista che la città ricordi dal Dopoguerra ad oggi”.
Al picchetto, oltre ai capigruppo di Forza Italia e Lega al Comune di Pescara, Antonelli e D’Incecco, e il capogruppo forzista alla Regione Lorenzo Sospiri, sono presenti anche il gruppo Audere Semper e rappresentanti dei commercianti, con Marina Dolci dell’associazione ‘Viviamo Pescara’.
“Da oggi – ha detto Sospiri – ci sarà un presidio fisso per denunciare la follia dei lavori di realizzazione del finto mercatino etnico della stazione di Pescara, già smantellato dalla Guardia di Finanza perché si vendeva solo merce contraffatta. Chi oggi governa Pescara sperpera 250mila euro, per assegnarlo a chi non è voluto andare nei normali mercati dove tutti, italiani e stranieri, rispettano le regole. Questa follia – ha detto ancora Sospiri – creerà solo un ghetto di illegalità, con ancora minore sicurezza”.
“Diciamo no a quest’opera che non rappresenta una priorità per la città di Pescara”, aggiunge il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Guerino Testa: . Lo ribadiamo con forza al centrosinistra che vuole andare avanti senza sentire ragioni, e senza tenere conto anche della contrarietà di molti cittadini e commercianti”. Concorde anche D’Incecco: “Continuiamo ad opporci fermamente ad un progetto che riteniamo sbagliato e che vede l’utilizzo di 250mila euro di fondi pubblici e soldi dei cittadini che chiedono invece legalità e sicurezza. Ci siamo opposti a questo progetto nel corso di varie Commissioni e in trenta Consigli Comunali e continuiamo a farlo anche oggi”. Dal canto suo, l’Associazione ‘Viviamo Pescara’ ricorda di aver “presentato nel corso dei mesi precedenti alcune osservazioni – dice la rappresentante Marina Dolci – che abbiamo poi consegnato al Comune e fatto anche un tavolo di lavoro. Noi come commercianti siamo contrari e chiediamo che ci sia il rispetto per chi lavora in questa città, e che non vengano messi più in vendita articoli contraffatti”.
Il presidio ha bloccato l’accesso, da entrambi i lati del tunnel, alla ditta incaricata dei lavori. Peraltro, come riferisce ancora Sospiri: “gli uffici del Comune hanno dimenticato di fare le ordinanze di divieto di sosta e la ditta, stamane, dinanzi alla transenna di chiusura del tunnel ha trovato anche decine di auto regolarmente parcheggiate e legalmente inamovibili. Tradotto: i camion hanno fatto marcia indietro e l’avvio dei lavori dovrà
essere riprogrammato”.
“Quella odierna era una giornata di allestimento del cantiere dei lavori di riqualificazione e messa in sicurezza dell’area dove sorgerà il mercato etnico e dell’integrazione, una volta esperito il bando del progetto sperimentale che sta alla base di questa iniziativa. Lavori che la sedicente manifestazione di protesta non ha né bloccato, né rallentato”, è la precisazione, inoltrata con una nota, del sindaco Marco Alessandrini.
“Ciò che c’era di illegale nell’area di risulta era ciò che noi abbiamo eliminato dopo ben 20 anni di mancanza di interventi”, ribatte il primo cittadino, “Con il mercato etnico e dell’integrazione noi vogliamo ristabilire il rispetto delle regole, lì e altrove in città. Questo, in relazione ad un’esigenza di inclusione legata ad un mercato che sarà regolato, controllato e aperto a tutte le nazionalità, senza distinzione di razza, sesso e religione, convinti come siamo che di questi tempi e per lavorare davvero per un futuro migliore, sia sempre meglio fare ponti che innalzare muri. Facciamo tutto questo perché non si ripetano altri 20 anni di abusi visibili e saremo implacabili per il rispetto delle norme perché i diritti di tutti siano rispettati”.