«Siamo stati allertati da molti cittadini di diversi quartieri pescaresi alle prese già nel mese di maggio con i rubinetti a secco – spiega il presidente della commissione Giampietro – e abbiamo voluto un confronto con Aca, che gestisce il servizio per conto del Comune, per capirne le ragioni. Ne siamo usciti molto preoccupati, perché il direttore tecnico ha spiegato che l’azienda ha già chiesto a Regione ed Ersi di dichiarare lo stato di emergenza idrica come avvenuto nel marzo 2020 in quanto le sorgenti, nonostante le abbondanti nevicate dei mesi scorsi, non riuscirebbero a garantire la regolarità nella distribuzione di acqua nelle case dei pescaresi. Il direttore tecnico ha spiegato che sono in corso interventi sulla rete nella zona di Bussi per attenuare gli effetti di questa situazione, ma è del tutto evidente che questo potrebbe non bastare. E la risposta non può tornare ad essere quella di chiedere ai cittadini di acquistare le autoclavi: Pescara non riuscirà a reggere un’altra estate come quella dello scorso anno».
Ecco perché il presidente della commissione chiede «l’immediata attivazione di un tavolo d’emergenza fra Comune, Prefettura e Aca per ragionare anche su un servizio sostitutivo da attivare nei quartieri nei quali sono previsti i disagi maggiori. Il problema sta già interessando molto edifici vetusti, molte case popolari e le abitazioni singole in diverse zone a partire dalla zona dell’ospedale: il Comune di Pescara ha il dovere di non lasciare i pescaresi da soli come invece ha fatto nell’estate 2020».