Quali saranno i cambiamenti nei permessi per la legge 104 nel 2024? Vi spieghiamo perché ci sarà maggiore flessibilità.
La Legge 104/1992, che regola i permessi e i congedi per assistenza a persone con disabilità grave, ha subito significative modifiche con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 105/2022. Queste modifiche, applicate dal 13 agosto 2022, mirano a rendere più flessibili e accessibili i benefici previsti dalla legge, garantendo una migliore conciliazione tra il lavoro e l’assistenza a familiari disabili.
Prima delle modifiche, la Legge 104 prevedeva un “referente unico dell’assistenza”, ossia un solo lavoratore che poteva usufruire dei permessi mensili retribuiti per assistere una persona con disabilità grave. Tuttavia, con il nuovo decreto, questo principio è stato abolito, consentendo a più soggetti di beneficiare dei permessi alternativamente tra loro. Questa è una notevole evoluzione che tiene conto della complessità delle dinamiche familiari e delle esigenze di assistenza.
Secondo la Legge 104/1992, il lavoratore ha diritto a tre giorni di permesso mensile retribuito per assistere una persona con disabilità grave, purché non sia ricoverata a tempo pieno. Questo diritto si estende al coniuge, parte di un’unione civile, convivente di fatto, parenti o affini entro il secondo grado. Nel caso di mancanza o decesso dei genitori o del coniuge, il diritto può essere riconosciuto a parenti o affini entro il terzo grado della persona assistita.
Inoltre, il Decreto Legislativo n. 105/2022 ha introdotto la possibilità di prestare assistenza a più persone con disabilità grave, sempre nel rispetto dei legami familiari e dei gradi di parentela indicati dalla legge. Ciò consente al lavoratore di gestire al meglio le proprie responsabilità familiari senza rinunciare ai diritti di assistenza previsti dalla Legge 104.
Parallelamente, il Testo Unico delle disposizioni a tutela della maternità e paternità (D.Lgs. n. 151/2001) regolamenta il congedo straordinario per l’assistenza a persone con disabilità grave. Secondo questo testo, il coniuge convivente, la parte di un’unione civile o il convivente di fatto ha diritto a un congedo straordinario retribuito della durata massima di 2 anni per assistere il soggetto con disabilità grave.
Le persone aventi diritto al congedo includono anche i genitori, i figli, i fratelli o le sorelle conviventi in caso di mancanza, decesso o presenza di patologie invalidanti di altri membri della famiglia. Un chiarimento importante è stato fornito dall’INPS nel suo Messaggio del 22 novembre 2023, n. 4143. Questo chiarisce che è possibile autorizzare la fruizione sia del congedo straordinario che dei permessi mensili previsti dalla Legge 104 per l’assistenza alla stessa persona con disabilità grave.
Tuttavia, i benefici non possono essere fruiti contemporaneamente nello stesso periodo, ma devono essere alternativi. Ciò significa che più lavoratori possono assistere la stessa persona, ma non nello stesso momento. Insomma, un passo significativo verso una maggiore tutela dei lavoratori che si dedicano all’assistenza di familiari con disabilità grave, consentendo loro di gestire al meglio le proprie responsabilità familiari e lavorative.