Ha assicurato che non c’e’ stato “alcun aumento di spesa ed e’ stata, anzi, contenuta la spesa comprimibile rispetto al 2013”, e i tagli previsti sono pari a 4 milioni, senza toccare politiche sociali, sistema educativo e cultura. A questi problemi si aggiunga un deficit di liquidita’ di 42 milioni di euro, e a gennaio – e’ stato fatto notare in aula – si rischia il default. Per quanto riguarda la Tasi, l’aliquota proposta e’ fissata al 2,5 per mille per le abitazioni principali di categoria da A2 a A7 non soggette ad Imu e all’1 per mille sui fabbricati rurali strumentali mentre per gli altri fabbricati diversi dall’abitazione principale e’ previsto l’azzeramento. Per l’Imu, che si applica ai possessori di fabbricati, aree fabbricabili e terreni agricoli a qualsiasi uso destinati con esclusione dell’abitazione principale ad eccezione di quelle classificate nelle categorie catastali A1 – A8 e A9, l’aliquota e’ del 4 per mille, con una detrazione di 200 euro per le abitazioni principali e al 10,60 per mille per tutti gli altri fabbricati, terreni ed aree edificabili. Per la Tari ci sara’ una delibera ad hoc.
“Siamo ben consapevoli – queste le parole dell’assessore – che l’aumento fiscale e’ un grandissimo sacrificio richiesto ai pescaresi, tenuto anche conto della crisi economica, me e’ necessario per risanare i conti, per non dichiarare il fallimento e per avviare politiche di rilancio della citta’”.
E’ possibile, poi, che l’Irpef sara’ aumentata all’8 per mille, e’ stato anticipato oggi. La minoranza ha subito avanzato una serie di contestazioni e presentato un migliaio di emendamenti per cui l’ostruzionismo nei prossimi giorni si annuncia lungo.