Pescara. Spallata dettata dai “conti in rosso”: così l’opposizione giustifica il tentativo, mediante dimissioni massive, di far decadere l’amministrazione Albore Mascia. Ma c’è incertezza sul rinvio delle elezioni: parola al Prefetto.
“Il comune di Pescara è in una situazione di predissesto per cui c’e’ l’urgenza di mandare tutti a casa”. Cosi’ i consiglieri comunali di centrosinistra che hanno gia’ firmato le dimissioni dinanzi al notaio parlano della necessità di chiudere la consiliatura apponendo anche la ventunesima firma, quella necessaria a far decadere l’amministrazione Albore Mascia. A parlare per tutti è stato oggi Camillo D’Angelo del Pd che ha illustrato i termini della situazione finanziaria del Comune, partendo da una relazione della Corte dei Conti. “Delle somme vincolate”, ha spiegato, “sono state utilizzate per spese che non hanno nulla a che fare con le realizzazioni a cui erano destinate, per cui le somme che entrano dovrebbero servire a reintegrare questi fondi. Le sofferenze dell’ente ammontano a 56 milioni di euro e, anche se dovessero entrare le somme per reintegrare le risorse già utilizzate, si arriverebbe comunque ad una sofferenza strutturale di 34 milioni di euro che il sindaco dovrebbe spiegare come intende coprire”.
In questa fase, quindi, si dovrebbero contenere i pagamenti e invece, ha detto D’Angelo “si continua a far partire i cantieri, come quello di piazza Unione e sulla riviera sud”, attesi per i prossimi giorni. D’Angelo ha annunciato, infine, che “sono assicurati solo gli stipendi di marzo”.
Di fatto, però, in attesa delle (poco) probabili firme di Acerbo e Di Nisio, potrebbe palesarsi una nuova maggioranza in Consiglio. Così, di fronte all’incerta situazione, la seduta odierna dei lavori consiliari è stata sospesa, sostituita con una riunione dei capigruppo nel corso della quale si è deciso di chiedere un parere al prefetto Vincenzo D’Antuono sulla data del voto in caso di dimissioni di 21 consiglieri, sussistendo il dubbio normativo circa il rinvio di un anno a seguito del commissariamento.. Una delegazione, guidata dal presidente del Consiglio Roberto De Camillis, si recherà quindi dal prefetto per chiedere lumi su questo aspetto. I consiglieri che hanno gia’ depositato la propria firma dinanzi al notaio Massimo D’Ambrosio, ma anche altri, chiedono di sapere se si votera’ o meno il 25 maggio se il consiglio dovesse sciogliersi. Nell’incontro di oggi si e’ preso atto che “politicamente la maggioranza non c’e’ piu'”, sia che si raggiungano le 21 firme sia che cio’ non avvenga. Al momento le firme sono venti e c’e’ tempo fino a domani per apporre la ventunesima.
Nel caso in cui dovessero dimettersi 21 consiglieri comunali, a Pescara si voterebbe comunque, per il rinnovo del consiglio, il 25 maggio prossimo. Lo rende noto il consigliere comunale Enzo Del vecchio (Pd), che ha chiesto e ottenuto un chiarimento in tal senso dall’ufficio del Capo dipartimento per gli affari interni e territoriali, Umberto Postiglione. “Ogni dibbio e’ fugato” scrive Del Vecchio sulla sua bacheca Facebook. “A Pescara si andra’ al voto anche in caso di sfiducia al sindaco”. Il parere, come la richiesta di chiarimenti a firma di Del Vecchio, e’ stato pubblicato su Facebook