Chieti. “I fondi post alluvione per l’Abruzzo sono una buona notizia solo a metà: 15 milioni sono un po’ pochi per gestire quella che a tutti gli effetti è l’emergenza nell’emergenza”: è il commento del presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, alla notizia relativa ai fondi messi a disposizione all’Abruzzo dal Governo.
“Se si pensa che i danni al solo patrimonio stradale e edilizio della Provincia di Chieti dalle alluvioni di novembre e dicembre ammontano a oltre 18 milioni di euro – sottolinea il presidente Di Giuseppantonio – si capisce che in realtà i 15 milioni messi a disposizione per l’intero Abruzzo non sono sufficienti, forse nemmeno per le emergenze. Ogni giorno abbiamo a che fare con frane, smottamenti, crolli, strade infangate e colabrodo, ponti chiusi e infiltrazioni d’acqua nelle scuole e negli edifici provinciali. Quasi 2mila chilometri di strade sono ormai senza manutenzione, molte delle quali a rischio chiusura, e numerosi edifici scolastici che necessitano di manutenzione costante”. “Assieme alla mia amministrazione prosegue il presidente Di Giuseppantonio – ci stiamo mettendo la faccia da tempo, ormai tutti i giorni, in una battaglia a difesa degli interessi dei cittadini che tuttavia ci vede ormai soli. Ecco perché restiamo allibiti quando qualcuno mette in atto iniziative propagandistiche contro il nostro operato e strumentalizza le legittime proteste di cittadini esasperati dalle condizioni delle strade, e tutto questo ormai a ridosso della campagna elettorale. Da queste persone non abbiamo mai avuto una parola di sostegno né tantomeno un impegno concreto al nostro fianco. Nei giorni scorsi abbiamo annunciato possibili azioni eclatanti, teniamo alta l’attenzione perché se le cose non cambiano saremo costretti a trarne le necessarie conseguenze. Pur apprezzando l’impegno del Governo – conclude il presidente Di Giuseppantonio – è evidente che i fondi sono assolutamente insufficienti e serve uno sforzo in più. Noi restiamo in attesa che si apra il “caso Chieti” che più volte abbiamo formalmente chiesto al Governo”.