Chieti. Negli ultimi giorni c’è stata una querelle tra il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio e l’Udc sulla nomina ad assessore di Dario Marcocco. È intervenuto anche il Pd attraverso i rappresentanti comunali e provinciali.
“Anziché pensare a risolvere i tanti problemi di questa città – ha detto il capogruppo del Pd, Alessio Di Iorio – e proprio mentre le categorie produttive annunciano mobilitazioni contro gli aumenti indiscriminati della Tares, il sindaco Di Primio pensa a moltiplicare le poltrone spedendone il conto ai cittadini di Chieti. L’amministrazione degli annunci è arrivata ormai al termine. Dario Marrocco è una persona perbene, ma il punto è politico e amministrativo in quanto una città travolta da problemi economici e finanziari, nel pieno di una devastante crisi sociale, dovrebbe pensare a ridurre le spese istituzionali e non pensare a moltiplicarle solo per provare a risolvere gli ennesimi problemi di coesione interna della traballante maggioranza di centrodestra, oggi alle prese con una ulteriore frammentazione. Per oltre sei mesi, d’altronde, la città è stata governata da 9 assessori e sfidiamo chiunque a dire che si sia sentita la mancanza della decima poltrona. La scelta del sindaco è un’offesa ai cittadini di Chieti che si stanno battendo con orgoglio e coraggio contro una crisi economica alla quale questa amministrazione di centrodestra non sta neppure tentando di trovare una soluzione. Tale è il vuoto amministrativo e programmatico della giunta Di Primio che ancora oggi, dopo 4 anni di governo, tenta di addossare le proprie colpe alle passate amministrazioni quando, per trovare i veri responsabili del disastro attuale, Di Primio ed i suoi assessori dovrebbero solo guardarsi allo specchio. Ormai il centrodestra è un bazar fra Pdl-Forza Italia, Nuovo Centrodestra e consiglieri del Gruppo Misto che entrano ed escono dai rispettivi partiti. L’Udc ha il dovere di dire da che parte sta, senza giri di parole: non può pensare di mantenere 2 assessori e criticare sulla stampa senza essere conseguenti atti forti. Se è fuori dalla maggioranza, lo dica e lo faccia. Ora ci chiediamo con quale coraggio Di Primio, dopo aver regalato una decima poltrona alla sua giunta e approvato un Bilancio ‘creativo’, risponderà ai commercianti ed agli artigiani che chiedono per quale ragione si siano visti arrivare in azienda bollettini Tares incrementati del 300%. Spieghi loro, almeno, per quale ragione ha fatto bocciare la proposta di rateizzare il pagamento di questo aumento mostruoso, che almeno avrebbe evitato il salasso che porta la sua firma. A nostro modo di vedere è l’ennesima brutta figura di questa amministrazione che pensa a risolvere i problemi interni e non quelli della città. In ultimo la bagarre tra il sindaco e l’Udc. Anziché pensare a risolvere i problemi legati all’assessore D‘Agostino si pensa a nominare il decimo assessore. Il mio può essere un atto populistico, ma il problema è soprattutto politico. Di chiacchiere buttate al vento la città non ne può più, non ne possiamo più nemmeno noi. Il sindaco deve dare delle risposte, ad esempio sulla Tares, questo è quello che chiede la cittadinanza. Viviamo la crisi, la dobbiamo risolvere tutti insieme, diciamo alla maggioranza che siamo stufi di andare avanti in questo modo, si sta andando avanti per inerzia. Tutte le richieste che abbiamo avanzato non hanno ricevuto risposta né in Provincia né in Regione. Noi ci candidiamo alla guida di questa città con il numero di assessori che sarà al massimo di 6. Siamo pronti a dare risposte e se prendiamo in mano questa città i cittadini dovranno fare molti sacrifici perché la situazione è grave ed opereremo un cambiamento radicale. Dobbiamo fare uno scatto di reni”.
“Il dato da sottolineare – ha aggiunto il consigliere del Pd, Filippo Di Giovanni – è il non equilibrio sul quale si regge questa maggioranza, il sindaco Di Primio è sempre dovuto sottostare a problemi di gestione interna, l’ultimo episodio lo conferma. C’è una scarsa attenzione nei confronti di questa città. I problemi della città passano in secondo piano, si cerca di captare il consenso, si vive alla giornata. Sul piano politico mi sento di fare un appello alle forze moderate della città e all’Udc che ha ridotto il sostegno a questa amministrazione. Si deve cercare di costruire una nuova proposta politica, c’è un centrodestra in crisi di identità, c’è una confusione di simboli, si fatica a capire chi sta con cosa e con chi. Mi chiedo come in una confusione politica del genere si possano dare delle risposte alla città. A Chieti non c’è tanto un problema di simboli della politica ma di uomini della politica”.
“La percezione che c’è dall’esterno – ha rimarcato il segretario provinciale del Pd, Chiara Zappalorto – è che questa città abbia scelto il ruolo di leadership di città capoluogo e questa cosa la dobbiamo recuperare. Il Pd cittadino dovrà restituire la centralità al ruolo di Chieti per quest’area e per la sua provincia”.
“Il problema sta intorno al fatto che al di la della vittoria elettorale si deve essere nella possibilità di governare la città – ha spiegato il segretario cittadino del Pd, Enrico Iacobitti – l’Udc dovrebbe parlare di problemi come il Bilancio che sta portando al dissesto finanziario, io chiedo alle forze moderate di non aspettare gli sviluppi della politica regionale, ma di allearsi con il centrosinistra. Ci deve essere un cambiamento culturale, anche noi del Partito Democratico dobbiamo fare un esame di coscienza e cambiare il modo di comunicare con le persone. Queste persone non fanno parte della nostra coalizione di governo per un fatto morale. Noi non dobbiamo pensare solo a vincere ma a governare”.
Francesco Rapino