Chieti, Carbone: ‘Se i commercianti consegnano le chiavi delle loro attività significa che la politica ha fallito’

Chieti. “I commercianti cosi’ come gli artigiani e la piccola e media impresa non vogliono morire di tasse, invece l’ attuale classe politica a tutti i livelli sta facendo si che questo accada”.

Così in una nota il capogruppo di Fli in Consiglio Comnale a Chieti, Alessandro Carbone, che aggiunge: “La politica del rigore sta portando alla chiusura di tutte le attività e di conseguenza all’impoverimento delle famiglie. La provincia di Chieti ha visto un gran numero di saracinesche abbassate di attività commerciali complice anche la vicinanza alla grande distribuzione organizzata.Un primo rimedio potrebbe essere la costituzione di un  Centro Commerciale Naturale, un’aggregazione di negozi della stessa via o quar¬tiere, uniti in consorzio, per pro¬muovere le attività commerciali nel cuore della città, una occasione per rilanciare le zone a media-alta densità commerciale ed artigianale come i centri storici dei più piccoli comuni. L’idea dei ‘centri commerciali naturali’ risponde alla necessità di creare uno strumento per innescare processi virtuosi, pubblici e privati, tali da trasformare destini che sembrerebbero, irreversibilmente, volti a decretare la ‘morte’ lenta del tessuto urbano che  ha caratterizzato e continua a caratterizzare i nostri territori. I ‘centri commerciali naturali’, sono infatti il progetto capace di favorire una trasformazione progressiva, in grado di coniugare marketing urbano, proprio delle amministrazioni locali, con il marketing  imprenditoriale promosso dai privati, costruendo, su questa base, azioni di marketing territoriale quali sintesi utile e proficua di una rinnovata convergenza tra attori pubblici e privati. E’ una proposta importante per tutti i comuni, piccoli e grandi, e non solo per i centri storici. Il commercio, in particolare quello di vicinato, ha un valore straordinario, economico e sociale: crea relazione, aumenta il senso di sicurezza e promuove il turismo.Un secondo rimedio dovrà essere quello di valorizzare l’artigianato locale nel suo più alto valore aggiunto nel suo valore strettamente legato al turismo, inteso nella sua massima definizione di tutto quello che il territorio produce, con l’obiettivo di stabilire un utile rapporto di reciprocità turismo-artigianato.Infatti, anche al turismo serve l’artigianato, soprattutto in quelle località che hanno un’offerta turistica ‘debole’, ad esempio, inserire la visita ad un laboratorio artigianale, all’interno di un itinerario turistico locale, può diventare un ulteriore valore aggiunto in cui beneficiano tutte le attività e non solo quelle artigianali che orbitano nel centro città e nel vicinato.Occorre  a questo punto che il SoS di Confesercenti, Confartigianato, Casartigiani e Cna – dia spinta alla classe politica per un rapido e coraggioso ripensamento della politica economica che dovrà restituire ai commercianti, agli artigiani, alle imprese, alle Pmi in particolare, la forza per investire, innovare, creare nuovo lavoro. E ripartire da due nodi fondamentali: realizzare risparmi consistenti nella spesa pubblica e ridurre significativamente il peso del fisco su famiglie ed imprese e attività”.

Impostazioni privacy