“Una cosa deve esser ben chiara – ha dichiarato il sindaco Massimo Cialente nel corso dell’incontro – non ci è stato dato nulla rispetto a quanto ottenemmo con la vicenda legata alla restituzione della fascia tricolore ed alle bandiere ammainate. Il miliardo e due ci è stato semplicemente anticipato quando noi l’avevamo già trovato, con l’accordo e l’aiuto del Governo! Oggi, conoscendo il loro modo di agire, io credo che abbiano detto: “adesso non diamo nulla perché per L’Aquila ci saranno approssimativamente un 200 milioni in più per i prossimi due anni; gli aquilani torneranno ad agitarsi e noi, in sede di passaggio parlamentare daremo loro 200 milioni per il 2014 e 200 milioni per il 2015, riuscendo così ad azzittirli. Beh, non è proprio così! Siamo noi a dire qual é la cifra minima che ci serve per continuare il processo di ricostruzione, altrimenti ci bloccheremo. E’ bene che i cittadini sappiano che, per quanto riguarda il Comune dell’Aquila, del miliardo e due che c’è stato dato, già oggi abbiamo bisogno di 650 milioni di euro per progetti già approvati e, per dicembre, arriveremo con l’ufficio di Aielli ad un totale di circa 900 milioni. Nello stesso tempo, i comuni del cratere hanno da spendere ancora 200 milioni di euro ed anche loro saranno costretti a bloccarsi. In questo modo, Comune dell’Aquila e Cratere non avranno più le risorse già nel mese di febbraio, considerando che nel miliardo e due c’è anche la ricostruzione pubblica, vedi uffici e scuole, le spese incomprimibili, vedi assistenza sociale e smaltimento delle macerie comuni, le somme per mantenere i nostri bilanci. In questo momento, lo ribadisco, non ci è stato dato nulla e pertanto, ritorno sulla proposta del tutto ragionevole della cassa depositi e prestiti”.
Successivamente il sindaco aquilano ha aggiunto: “Fermo restando il miliardo e due relativo alle somme necessarie al 2013 (tanto è vero che il Governo stava trovando con noi meccanismi di anticipazione bancaria) chiediamo al Governo ulteriori 600 milioni all’anno, per i prossimi tre anni. Sono la somma minima anzi inferiore al necessario, per poter assicurare il rispetto del cronoprogramma concordato con il Governo”.
Si è concluso con questi propositi l’incontro programmato da Massimo Cialente con i sindaci del Cratere, i direttori delle degli uffici speciali della ricostruzione, la classe dirigente ed i sindacati che si è tenuto oggi pomeriggio, nell’aula dell’assise comunale. Lunedì, intanto, ci sarà una nuova assemblea dei sindaci e per venerdì prossimo ne verrà organizzata un’altra ancora ma questa volta sarà pubblica.“E’ bene che il Governo capisca che con questa legge di stabilità, a febbraio manderemmo in vacanza, almeno per un anno gli uffici speciali della ricostruzione. In soldoni, bloccheremmo tutto per mancanza di fondi. L’hanno capito persino i ragazzi delle scuole superiori, in mobilitazione questa settimana: in loro ho trovato una grande consapevolezza, maturità e decisione. Loro hanno capito che i soldi non ci sono. Fermo restando – ha concluso il Sindaco – che torneremo a Roma a manifestare tutta la nostra preoccupazione, il Governo, se ci vuole davvero aiutare, deve sfidare l’Europa e dimostrare, nel semestre europeo che spetterà all’Italia, che attingendo alla cassa depositi e prestiti non si sfora il patto di stabilità se si interviene per calamità naturali”.
La polemica. “Apprendo con grande rammarico che il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente ha ben pensato di escludere la Provincia dal dibattito sui fondi della ricostruzione, oggetto di una riunione convocata per il pomeriggio di oggi”. Lo ha affermato il presidente Antonio Del Corvo che aggiunge: “ciò nonostante l’amministrazione provinciale abbia messo in campo uno dei primi interventi di ricostruzione pesante nel centro storico dell’Aquila e abbia un ruolo rilevante nel processo di ripresa viste le sue competenze, non ultima l’edilizia scolastica, il primo cittadino non ha ritenuto di coinvolgere la Provincia. L’ennesima strumentalizzazione politica di Cialente, rispetto ai problemi della città”, conclude Del Corvo.