A lanciare un campanello di allarme è Paolo Sangermano, segretario generale Cisl della provincia dell’Aquila. “Assistiamo quotidianamente ad annunci altalenanti che disorientano i cittadini e i soggetti interessati alla ricostruzione” spiega. “Dapprima si pubblicizza il risultato portato a casa con l’erogazione, da parte del Governo, di un miliardo e 200 milioni di euro per la ricostruzione spalmati in più anni e immediatamente spendibili; poi si parla di fondi già esauriti o già impegnati, che non consentono di fare una programmazione degli interventi, né di valutare in quanto tempo il centro storico dell’Aquila verrà ricostruito”.
La Cisl fa riferimento, in particolare, alle recenti dichiarazioni del Capo dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, Paolo Aielli, e dell’assessore alla ricostruzione, Piero Di Stefano, che hanno annunciato per ottobre la fine dei fondi per la ricostruzione. Entro tale data, secondo le stime del Comune, saranno impegnati un miliardo e 30 milioni di fondi Cipe più i 150 milioni di euro trasferiti dal Dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali (Diset).
“Il timore, visti gli annunci altalenanti da parte dei politici locali di ogni colore”, aggiunge Sangermano, “è che anche se partiranno centinaia di cantieri in centro storico e in periferia, non ci saranno i fondi necessari per pagare le imprese che lavorano alla ricostruzione e, di conseguenza, i lavoratori e i fornitori di materiale edile. Né sarà possibile garantire ai proprietari degli edifici da ristrutturare tempi certi per il rientro nelle proprie abitazioni”.
La Cisl stigmatizza i facili proclami “che non portano a risultati concreti”, conclude Sangermano, “e vengono smentiti nei fatti dall’assenza di certezze sulle risorse e sulla spendibilità delle stesse. Al momento, i cittadini aquilani non hanno alcuna certezza sui tempi di rifacimento del centro storico, né sul rientro nelle abitazioni gravemente danneggiate dal sisma”.