Nel testo redatto dalla sinistra aquilana si ricorda che “il Comune dell’Aquila, Città della Pace, si è distinto per la sensibilità verso problematiche di carattere civile, umanitario e sociale, riconoscendo la cittadinanza onoraria ad esponenti del mondo politico e culturale che si sono impegnati su questi temi. Il caso Aldrovandi e il caso Cucchi hanno suscitato sgomento e indignazione nella comunità nazionale ed internazionale”, aggiungendo che “la magistratura ha riconosciuto che Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi sono stati vittime di un’ingiustizia perpetrata da esponenti dello Stato mentre assolvevano alle loro funzioni, e che, in entrambi i casi, oltre alla violenza praticata, quello che ha stupito e offeso la coscienza civile è stata l’opera di depistaggio messa in atto da settori dello Stato medesimo. Patrizia Aldrovandi, madre di Federico, ed Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, – prosegue il testo della mozione – hanno lottato per anni al fine di ottenere giustizia. Più volte sono state offese e oltraggiate nel loro dolore e, nonostante ciò, hanno continuato nella loro battaglia di civiltà volta a ripristinare i valori di uno Stato Democratico e di Diritto. Per tali ragioni sono da considerarsi cittadine esemplari e modelli da indicare per come hanno lottato, civilmente e pacificamente, credendo sempre nello Stato, per ottenere giustizia”.
“Ricordiamo – aggiunge Perilli – che Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi sono deceduti dopo un fermo da parte delle forze dell’ordine, in circostanze che sono subito apparse poco chiare. Per la morte di Cucchi, che presentava sul corpo lesioni multiple ed era dimagrito di 6 chili nel giro di una settimana, sono stati condannati in primo grado, per omicidio colposo, ad un anno e quattro mesi quattro medici dell’ospedale Sandro Pertini ed il primario a due anni di reclusione. Un altro medico è stato condannato a otto mesi per falso ideologico. Per il decesso di Federico Aldrovandi, invece, la Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per eccesso colposo in omicidio colposo a quattro poliziotti. Altri tre poliziotti sono stati condannati, nel processo bis, per depistaggio. L’allora capo della Polizia, Antonio Manganelli, in visita privata, si scusò con la famiglia a nome della Polizia di Stato”.