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Pescara, furti in Comune o normale amministrazione?

Pescara. “Hanno ripetuto la formula magica per giorni e giorni: “fuori il nome del consigliere e subito le sue dimissioni”. L’anatema scagliato era dovuto al fatto che questo consigliere, oggi non più anonimo, si sarebbe reso colpevole di essere stato accompagnato da dipendenti comunali in un ufficio pubblico del comune per visionale un progetto pubblico, peraltro non presente nella stanza che sarebbe stata profanata”.

 

Passa al contrattacco il consigliere del Partito Democratico, Enzo Del Vecchio, accusato di essersi introdotto in un ufficio comunale senza autorizzazione.

“Privi di un minimo di conoscenza giuridica sui compiti e funzioni  dell’apparato pubblico, non disgiunti dalla totale trasparenza sugli stessi atti pubblici, e delle prerogative del rappresentante della collettività, si sono lasciati andare ad una farneticante sequela di detto e non detto, ricavabile da una presunta denuncia del funzionario, Gilda De Luca, che avrebbe segnalato oltre alla violazione territoriale anche la sparizione di timbri e penne, sparizioni che peraltro risalirebbero a qualche mese precedente, e senza sapere se mancassero anche atti, nel caso si tratterebbe di elementi di cui è possibile la loro duplicazione, ma abbastanza perché qualcuno potesse mettere addirittura in relazione le due cose. Ma, tanto bastava anche al duo Sospiri-Foschi, esponenti di spicco del PdL, evidentemente ignari dell’istituto dell’accesso agli atti che avrebbe consentito loro qualche conoscenza in più ma che probabilmente si è voluta scientemente ignorare, per dare fiato ai tromboni della gratuita invettiva verso l’anonimo consigliere che nei giorni successivi veniva collocato, intuitu personae, nell’area della opposizione. Paradossalmente, oggi che quel nome è venuto fuori ma soprattutto viene fuori una parte della nota della dipendente De Luca i toni della richiesta di dimissioni sono scomparsi e sono scomparsi anche i ciarlieri consiglieri di maggioranza. E’ stata sufficiente la comunicazione fatta dal consigliere Del Vecchio in aula ieri e le reprimende di tutti i consiglieri di opposizione finalmente messi a conoscenza della reale portata della “presunta profanazione” o c’è dell’altro? Certamente il miserevole teatrino messo in scena non potrà concludersi facendo finta che non sia successo niente. Ritenendomi direttamente interessato in quanto il giorno 12 agosto mi ero recato negli uffici in questione per prendere visione di uno specifico atto progettuale, ma ancora all’oscuro del contenuto della possibile denuncia presentata dalla dipendente De Luca e quindi dei possibili addebiti, ho ritenuto di presentare nei giorni scorsi un esposto-denuncia alla Procura di Pescara per poter acquisire il documento riservato. Eppure, e nonostante la interrogazione del duo Sospiri-Foschi avesse perduto tutta la sua carica persecutoria per la risposta data dall’assessore Antonelli, sia pure questa risposta sia stata data a porte chiuse ma risultata a tutti nota, la macchina della diffamazione non si era sopita e, anzi, aveva alzato ancora di più i toni rilanciando la richiesta di dimissioni del consigliere. Una virulenta accelerazione che l’opinione pubblica ha potuto conoscere da alcuni articoli di giornale in cui si rendeva ancor più esplicito, con titoloni subliminali, l’accostamento dei “furti in Comune” con “Nell’ufficio c’era Del Vecchio”. La caccia all’uomo, quindi, non può dirsi terminata; ma questa macchina del fango troverà sulla propria strada solo persone che hanno titoli e storia che non potranno essere scalfiti e soprattutto non potranno mai prendere lezioni di etica, morale, rigore, da certi cattivi maestri che oggi hanno la pretesa di ergersi a giudici imparziali. Appena sarà possibile avere la nota della dipendente De Luca, che sembrerebbe aver fatto seguire anche una seconda nota alla prima, si valuterà se ricorrano le condizioni per un secondo esposto-denuncia e questa volta con destinatari aventi nomi e cognomi”.

Dopo le precisazione Del Vecchio ringrazia pubblicamente “tutti i consiglieri di opposizione ed in particolar modo quelli del mio Gruppo del Partito Democratico che mi hanno fatto sentire la loro piena solidarietà ed hanno mantenuto un riserbo encomiabile su fatti a loro già in parte noti così come da me loro resi”.