Così il segretario politico di Giustizia Sociale, Bruno Di Paolo, commenta l’ennesimo scioglimento del consiglio comunale di Chieti.
“Ma a nulla è servito – aggiunge Di Paolo – nessun cambiamento si è visto né nell’atteggiamento e né tantomeno nella loro azione amministrativa. Di fronte all’ennesimo scioglimento del consiglio per mancanza di numero legale ci sarebbe davvero da buttare la spugna e circoscrivere tutto il nostro risentimento, forte e pieno di disgusto, nel proverbio ‘non c’è più sordo di chi non vuol sentire’ o, peggio ancora, ‘non c’è più cieco di chi non vuol vedere’ con il chiaro riferimento alla situazione economica della città alla quale i consiglieri comunali sono evidentemente poco sensibili. Oppure provare a cercare una risposta alle loro azioni analizzando quella consuetudine, sicuramente di difficile analisi sociologica e psicologica, ma che porta ad un dubbio che inevitabilmente porta alla domanda che tutti i cittadini a questo punto si pongono: ma che non ci sia un premio per l’Assise Civica che registra durante il suo mandato il più alto numero di consigli comunali saltati? Una sorta di campionato degli amministratori fannulloni al quale pare iscritto solo il Comune di Chieti, infatti nessun Comune d’Italia ha fatto registrare una dato così negativo a spese della collettività. Crisi, spending review, mancanza di denaro, patto di stabilità inadeguato, è chiaro che sono solo scuse per coprire l’inoperosità di questa amministrazione dove i moniti minacciosi da parte del sindaco sono risultati solo una messa in scena per buttare fumo negli occhi ai cittadini e scaricare sugli altri l’inefficienza, l’inettitudine e il fallimento di quel ‘di più’ per Chieti tanto enfatizzato in campagna elettorale. Ora quella maggioranza è allo sbando; una vera e propria armata Brancaleone che ‘campicchia’ politicamente per sopravvivere altri due anni. Il tutto senza una minima idea, senza un briciolo di speranza e, visto i consigli che saltano in continuazione per mancanza di numero legale, senza un minimo di dignità.
Ma coloro che intendono ricandidarsi con quale faccia avranno il coraggio di riproporsi a quegli elettori che li hanno incaricati di rappresentarli?”.