Pescara. La seduta del consiglio comunale salta per mancanza del numero legale. La discussione sul consuntivo di bilancio sfuma, Pignoli propone: “I presenti rinuncino al gettone”.
Consiglio comunale convocato, stamani, per discutere del consuntivo di bilancio, ma all’appello delle 9:31 del presidente Roberto De Camillis il numero legale non si raggiunge: presenti solo Salvati e Di Biase dell’Udc, gli indipendenti Marinucci e Di Pino, Foschi, Pastore, Arcieri Mastromattei e Sabatini del PdL e Cremonese di Pescara Futura. “Siamo alle solite”, tuona il capogruppo Fli Massimiliano Pignoli, “l’ennesimo sperpero di denaro pubblico a carico dei cittadini, considerando che chi ha risposto all’appello del presidente, avrà diritto comunque al gettone di presenza”.
Un altro autogoal della maggioranza, che sui 26 consiglieri che conta non è riuscita nemmeno a portarne in aula 14 per rendere valida la seduta e farsi approvare i conti sul bilancio dell’anno già chiuso. “La figuraccia di questa mattina”, commenta Pignoli, “dimostra ancora una volta l’insensibilità del governo cittadino che ha deciso bene di non far aprire i lavori, posticipando ancora una volta la discussione su un atto di primaria importanza e che non si sa quanto potrà essere di nuovo portato all’ordine del giorno”.
Quindi la proposta sull’onda della spending review lanciata dal Fli: “Io, pur essendo presente, ha evitato di rispondere all’appello, in quanto non essendo il quattordicesimo, la presenza non sarebbe stata decisiva per l’apertura del Consiglio Comunale, ma chi ha risposto presente”, chiede Pignoli, “rinunci al gettone di presenza”.
FOSCHI ‘UNIVERSITARIO’: SCUSATE LA SVISTA
Se fa sorridere amaramente l’ennesima seduta saltata per mancanza di numero, peggio suscitano le scuse che il capogruppo Pdl Armando Foschi adduce a difesa della maggioranza: ““E’ stata una colpevole svista”, si giustifica, “abituata ad arrivare in aula con l’intervallo dell’ora accademica, la maggior parte dei consiglieri oggi non si è accorta che la seduta era stata convocata in prima battuta alle 8.30, anziché all’ora canonica delle 9, dunque quando alle 9.29 ho personalmente fatto il secondo appello, come previsto nello Statuto, si sono trovati spiazzati, ossia ancora sorpresi in auto mentre raggiungevano il palazzo comunale, e la seduta, con la presenza di soli 11 consiglieri, tutti di maggioranza, non ha avuto il numero legale necessario per aprire i lavori”. Dalla difesa al contrattacco, anche lui se la fa una risata: “Fa invece sorridere”, ribate Foschi, “la reprimenda giunta dal consigliere Pignoli: neanche lui, infatti, era in Comune, e prova ne è che non si è accorto neanche che l’appello non lo ha fatto il Presidente del Consiglio De Camillis, assente dall’aula, ma l’ho fatto io in qualità di consigliere anziano”.