“Riconosco che il futuro è alquanto incerto per quest’ente strumentale – scrive D’Amico – quanto per tutte le società pubbliche partecipate in generale ed il tutto si somma con il nebuloso futuro delle Province. Su tutto regna una grande confusione legislativa che, sinora, piuttosto che fare chiarezza ha prestato il fianco solo al considerevole aumento di contenziosi tra vari livelli istituzionali. Ma tant’è. Sono altresì perfettamente a conoscenza dell’intenzione dell’amministrazione di controdedurre alle osservazione mosse alla proposta del piano di riorganizzazione così come del possibile avvio delle procedure della messa in vendita dell’ente. Tutto ciò prescinde dalla necessità di dar corso al rinnovo del Cda nelle forme e nei modi stabiliti dalla spending review (3 componenti di cui uno solo esterno). E’ lapalissiano che il rinnovo debba contenere un visibile abbattimento dei costi a carico del Cda”.