Patto di Stabilità: bene per il Comune di Chieti

di_primio_e_melideoChieti. In un momento particolarmente critico per i Comuni, costretti a subire il ricatto delle sanzioni applicate per lo sforamento del Patto di Stabilità, il sindaco teatino, Umberto Di Primio, insieme alla sua giunta, può dirsi soddisfatto per il conseguimento del rispetto di questa norma europea. 

“A causa di tale, cervellotica norma” ha commentato Di Primio “14 miliardi di euro che si trovano nelle casse dei Comuni italiani sono bloccati impedendo, così, investimenti per i territori e che queste somme alimentino virtuosamente il circuito delle imprese. Auspico, al pari di tutti i miei colleghi insieme ai quali ho protestato a Roma contro il Patto di Stabilità, che il nuovo Governo riveda le norme interne e rinegozi da subito con Bruxelles quelle generali.

“L’opera di risanamento dei conti comunali avviata dall’amministrazione del sindaco Di Primio – ha dichiarato l’assessore Melideo – inizia faticosamente a dare buoni risultati: il Comune di Chieti ha rispettato il Patto di Stabilità, come dimostra la sottoscrizione del collegio dei Revisori dei Conti, ed è questa una notizia estremamente positiva per i nostri concittadini. Il Patto di Stabilità è l’accordo che lo Stato ha assunto con gli atri Paesi europei in sede comunitaria, in base al quale anche i Comuni devono contribuire alla riduzione del debito pubblico nazionale osservando, di anno in anno, regole che nell’ultimo biennio sono diventate sempre più restrittive e austere. Regole che mettono in difficoltà gli stessi Comuni nella realizzazione della programmata attività in favore della cittadinanza. Il Patto di Stabilità impone, in sostanza, un limite tassativo nei pagamenti e diventa difficilissimo da rispettare, a meno di non sospendere completamente l’attività comunale, soprattutto se abbinato al taglio drastico delle entrate, registrato in modo vertiginoso dal 2010. Maggiori entrate, infatti, controbilancerebbero maggiori uscite. Se il Comune di Chieti non fosse riuscito a rispettare il Patto di Stabilità, saremmo incorsi in un’ulteriore riduzione dei trasferimenti ordinari derivanti dal Ministero dell’Economia, ovvero quelle somme che lo Stato versa annualmente al Comune, con una conseguente, forte riduzione delle spese correnti e dei servizi. Come dimostrano i fatti, siamo riusciti a rispettare il Patto di Stabilità senza ridurre i servizi e mantenendo una tassazione locale il più bassa possibile (lo testimoniano le molte agevolazioni previste per l’Imu, la riduzione della Tarsu e le molteplici possibilità di rateizzazione dei pagamenti dovuti al Comune). Missione compiuta, dunque, anche se l’attenzione resta alta in quanto enorme è il contenzioso ereditato ed ingenti le risorse che occorrerebbero per fronteggiarlo. E’ indubbio, tuttavia, che sia necessaria una revisione dei meccanismi che regolano il Patto di Stabilità in quanto tale norma europea costituisce un problema per le nostre imprese non consentendo, di fatto, agli Enti locali di pagare lavori già realizzati, di gestire gli interventi già portati a compimento e di permettere un riallineamento con i tempi relativi alle scadenze”.

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