Chieti. I due consiglieri di opposizione del Comune di Chieti Luigi Febo e Marco Marino, ieri mattina avevano criticato l’attuazione dell’addizionale Irpef da parte dell’amministrazione comunale teatina pari allo 0,8%, il massimo.
I due contestavano in modo particolare la mancanza di agevolazioni verso le fasce più deboli chiedendo di adottare gli scaglioni, come in altri Comuni, chiedendone sotto i 28 mila euro (in prima battuta) o soto i 15 mila (in seconda battuta).
In risposta ai due esponenti dell’opposizione, l’assessore al Bilancio del Comune di Chieti, Roberto Melideo, ha detto che “occorre rammentare che non bisogna mai perdere di vista, nell’analisi di un singolo tributo, il rapporto con le complessive risorse disponibili di un Ente a fronte di spese correnti in gran parte fisse (ad esempio personale). Premesso quanto sopra, mi corre l’obbligo di precisare che con l’assestamento 2012 si è chiuso un esercizio che può ben definirsi ‘eccezionale’, per effetto del continuo proliferare della normativa nazionale che ha inciso in maniera determinante sulla finanza degli Enti locali. Il 2012 è stato caratterizzato dalla prima applicazione dell’IMU, di cui occorre ricordare che il 50% di tutto ciò che non è abitazione principale, finisce nella casse romane e non comunali, ed è stato diverso dagli ultimi esercizi, soprattutto, se consideriamo la drastica riduzione delle risorse. Da ultimo, con il taglio dei trasferimenti operato dalla spending review, abbiamo diligentemente applicato la medesima cercando di minimizzarne l’impatto sui servizi ma, in ogni caso, ciò ha comportato la riduzione di circa 1.300.000 euro di spesa corrente e l’estinzione anticipata di mutui pagando, pronta cassa, circa 1.600.000 euro. A questo aggiungasi la creazione di un fondo svalutazione crediti, che vede accantonarsi in Bilancio circa 900.000 euro che non possono essere utilizzati per la spesa corrente. Alla luce di quanto innanzi, la verità va trovata evitando di lasciarsi trasportare dal facile populismo, orma dilagante, e cavalcato dall’opposizione. Per senso di responsabilità siamo chiamati a mettere da parte il suddetto populismo, per far fronte, con doverosa lucidità, alla necessità di assicurare una gestione corretta della Cosa Pubblica al fine di preservare gli anni a venire e le future generazioni dalle conseguenze di scelte miopi e non lungimiranti. E’ di tutta evidenza, pertanto, che se solo avessimo potuto, avremmo provveduto ad abbassare noi stessi l’addizionale IRPEF, ma l’impostazione voluta dal Governo Monti per il risanamento del debito pubblico ha queste conseguenze che si scaricano brutalmente sui Comuni. Resta inteso, però, che l’addizionale IRPEF resta invariata rispetto al passato perché, nonostante quanto affermato dalle opposizioni, in realtà essa non subisce variazioni alcune e le fasce più deboli (quelle con retribuzioni mensili non superiori a 660 euro) sono comunque preservate in quanto, in pratica, non subiscono questa tassazione. Scelte differenti, considerando infine anche il forte risparmio sulla spesa corrente con un ulteriore tagli del 20% per il funzionamento degli Organi Amministrativi, avrebbero la conseguenza di non poter garantire servizi ai cittadini la qual cosa, per noi, è inaccettabile. Guardiamo al futuro – ha concluso Melideo – richiamandoci a quanto affermato anche dal presidente dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia, sindaco Graziano Del Rio e dal responsabile delle Politiche del Personale e Relazioni Sindacali ANCI, sindaco Umberto Di Primio, sulla necessità di dare risposta a due problemi fondamentali ovvero che avvenga una revisione del meccanismo del Patto di Stabilità e che le tasse locali rimangano completamente a disposizione del territorio”.