“L’interessamento concreto dell’Ue è una buona notizia. Adesso si faccia luce su come l’Italia ha usato i fondi europei del programma Life +”. Nella sua risposta, il Commissario Ue ha precisato che “spetta all’Italia adottare i provvedimenti necessari per conseguire una protezione rigorosa dell’orso ai sensi della direttiva 92/43/CEE (direttiva Habitat)”. A questo proposito, Potocnik precisa che, dal 2007 ad oggi, ben tre progetti riguardanti l’orso bruno marsicano (ed altri carnivori) hanno beneficiato di un finanziamento nell’ambito del programma LIFE+ per un costo totale stimato a 10.224.707 euro, di cui 5.168.356 euro di contributo LIFE+. “I cittadini italiani ed europei hanno il diritto di sapere come questi soldi sono stati spesi”, incalza Zanoni, che invita le autorità a fare tutto il possibile per “contrastare il bracconaggio nei confronti dell’orso e a vietare tutte quelle pratiche dannose alla sua sopravvivenza fino ad oggi troppo spesso tollerate dalle autorità localmente coinvolte”. Secondo l’Eurodeputato “molte delle cause di morte e disturbo potrebbero essere rimosse con maggior impegno e presidio del territorio dell’Ente Parco e con calendari venatori più rispettosi delle esigenze della fauna protetta”. “Buona parte della responsabilità di questa grave situazione va sicuramente imputata ad un Ente Parco, quello d’Abruzzo, che – secondo Zanoni – sta facendo poco per tutelare l’orso ed il suo prezioso habitat. Adesso attendiamo l’esito dell’indagine europea – conclude l’Eurodeputato – speriamo di non doverci trovare di fronte all’ennesima vergogna italiana”.